una canzone il piffero
della mia anima
suona le parole
che sembravano nascoste
escono allo scoperto.
Il mio cuore batte
il tempo per questa canzone
che vorrebbe essere
già canto.
Di lui resteranno poche cose, come uno scheletro da ricoprire, così le sue date tutte da vivere. Scorro il calendario come un libro, con le pagine che si muovono in tutta la loro eleganza, così grandi, delicate, sinuose, giovani eppure ormai al tramonto. Rivedo le scadenze dei pagamenti e in mezzo alle parole il monito del mio pà a non lasciare debiti, i tempi delle mie corse, che come ogni anno mi spronano meglio d'altro a fare di più, i compleanni, specchio in cui guardarsi senza pensare a se stessi, e tante altre cose per arrivare al fatidico 31 dicembre con la frase partire per... scritto senza ancora sapere dove sarei andato...
Simbolo delle cose che tornano, come un ciclo che non ha mai file, è la mia lavastoviglie, dentro cui sta, a dispetto della grandezza della cucina, tutto quello che mi serve per fare. Ci sbircio dentro e ci vedo tutta la mia giornata, tutti i miei amici, tutta la mia ripetitività....
Un'altro simbolo delle cose che tornano è quella finestra sul mondo chiamata tv, ci guardo fuori e ci vedi ogni cosa: la pioggia che ritorna sempre uguale, il freddo e il caldo che si alternano come la notte con il giorno, ma anche gli alberi crescere, i muri invecchiare per poi ringiovanire. Ci guardo dentro anche se sto facendo altro, se non c'è quello che cerco, anche se alla fine ci guardo oltre.