31 ottobre 2006

Non diamo i numeri

ven 27 ott

Ci sono inizi e inizi. Ogni inizio che cominci un capitolo nuovo vale essere ricordato voltando pagina; ci vuole un titolo, una parola per cominciare, ci vuole uno stacco rispetto ai precedenti, altrimenti non potrebbe avvalersi del nuovo progressivo nella numerazione sommaria. Ma ci sono anche inizi che sbagliano momento, sono l'inizio giusto al momento sbagliato. Come? Quali? Quando uno inizia a smettere di fumare a settant'anni o inizia a pensare ad un figlio a cinquant'anni, questo, secondo me, sono una buona ma ormai vecchia idea. Oppure quando si inizia a girare il mondo senza aver imparato prima a cammninare. Il mio inizio, quello che merita di essere ricordato è invece di un altro tipo, lo definirei l'inizio sbagliato al momento giusto. Esempi ce ne sono tantissimi: Come quando davanti ad una riunione per decidere il nuovo business plan dell'azienda, tu ti alzi in piedi e dici davanti a tutti quello che pensi che il tuo capo è una merda; oppure quando, mentre leggi dal pulpito della chiesa, dichiari a braccio il tuo amore per Luana, quella della terza fila a sinistra. Oppure quando molli lo splendido lavoro nell'azienda di famiglia, dicendo che è finalmente finita l'era della presitoria. Ecco, il mio inizio ci assomiglia. Il mio inizio capita in un momento della vita in cui la corrente sembra andare dall'altra parte, mi sento un poco salmone effettivamente. Per farla breve ho cambiato numero di telefono, e se non fosse per i miei genitori a cui l'ho dato, potrei proprio dire che oggi non ho più un telefono. Chiamerò senza essere chiamato, squillerà con la voce dei miei genitori, se non fosse per la forma, lo si scambierebber per un megafono.Ho già le mie prime grane. Una grana al femminile è per me come giocare a nascondino, c'è il pericolo di farsi prendere, ma alla fine è un piacere sgusciare, nascondersi, cercare assolutamente di scappare. Quasi un gioco, se preso per il verso giusto. Le donne vanno sempre prese per il verso giusto altrimenti son dolori, perché una donna è la parte di te che non conosci, è la costola che non hai più e che sa farti male, è la coscienza che spesso non ascolti. Per quello piace stare con le donne, è come recuperare le distanze con un modo di vedere le cose che non ti appartiene. In questo confronto, se sai giocare bene le tue carte, puoi non perdere, può finire in patta che nella vita è la miglior vittoria, non fa perdere nessuno e ti toglie dall'onere di dover affrontare la partita della rivincita. Dopo una patta, la storia può tranquillamente finire, come si suol dire "senza nè vinti nè vincitori".Questo mondo così insicuro non potrebbe rinunciare mai al telefonino. Altrimenti come si potrebbe vivere senza avere per giorni notizie dell'altro? Come si potrebbe organizzare un evento a più in là di 1-2 giorni? Come psi otrebbe vivere in diretta se non ci fossero gli sms? Il mondo di oggi, liquido per usare un termine alla moda, senza il telefonino non si troverebbe più, senza quel faro continuo di onde elettromagnetiche sarebbe come una nave alla deriva in una notte di nebbia.

sab 28 ott

Cambiando numero di telefono ho fatto un grave errore: ho mandato col nuovo numero un sms a tutti dicendo che non sarei stato più raggiungibile se non via email. Come pensate che sia rimasto quando mi sono visto arrivare il primo sms di risposta? E poi il secondo, il terzo e così via...? Sì, avevo oscurato il numero. Poi ho scoperto che se vale per le chiamte, non vale per i messaggi. Che beffa! Chi non ha testa ha gambe dicono, così sono tornato alla wind e mi sono comprato un nuovo numero. Che mi dicono sarà attivo, visto che oggi è sabato solamente martedì. Non posso chiamare nè essere chiamato. Vivo come in una terra di nessuno, in cui non vedo nessuno e da nessuno sono visto. Una terra troppo grande che il mio sguardo o le mie gambe non possono coprire. Non resta che affidarmi al silenzio e alla memoria. Penso agli amici che sono appena partiti per la vacanza, penso all'amica che si sente sedotta e abbandonata dalla mia voce. Penso alla festa di stasera, di cui mi rimanere impresso un intorno d'ora, un zona delimitata da non essere troppa grande e il dubbio che non ci sarà nessuno dei miei amici che non sono riuscito ad avvertire. In compenso non tendo l'orecchio per ogni ritmo melodico che sento, non prendo il mano il telefono come fosse una parte di me, non passo il tempo ad aspettare la chiamata che non arriva. Un passo all'indietro per l'umanità, ma un grande passo in avanti per me. L'importante è che il passo non sia più lungo della gamba. :-)

dom 29 ott

Cambiare numero di telefono senza darlo ad alcuno è un atto che influenza più la forma o la comunicazione?In questi giorni sto riscoprendo il silenzio, rivalutando il cellulare per quello che è: un elettrodomestico che, a differenza di tutti gli altri, è attivabile anche dagli altri. Un utensile controllabile a distanza, come la tv; differescono fondamentalmente per l'impossibilità di quest'ultima di trasmettere messaggi personalizzati. La tv, che sembra ti parli, ti guardi, ti seduca, come una puttana non si interessa di chi sei. Con la tv si ha un rapporto violento, la si può tener spenta per giorni, la si accende alle ore più improbabili, ci si "lascia parlare" senza necessariamente ascoltare, ha talmente tanti programmi che ti soddisfa sempre, non ci costringe mai. Il cellulare non è così. In primo luogo sa chi sei, lo dice a te e lo ripete in continuo agli altri. E' ansioso di avvertire al mondo quando finalmente hai un pò di pace e sei dentro quell'angolo che si chiama casa. Molte spesso non ti da una riposta ma ti chiede di rispondere. Soprattutto ti ricorda che lui è il padre di tutta la comunicazione, non c'è nulla che non sappia fare, l'unico strumento rapido, efficace che preserva il tuo corpo dalla fisicità di dover stare davanti ad una persona per interagire.Ho il cellulare spento. Ma tenerlo acceso in questi giorni non fa assolutamente differenze. Ho scoperto il piacere dell'attesa, quando hai un amico in viaggio e non sai nulla di lui; non sai cosa mangia, non sai che tempo fa, non sai neppure quanto ti sei perso a non andarci insieme. Non mi crogiolo nel dispiacere dell'essere rimasto a casa, nè nel dispiacere di sentirlo deluso. Ho scoperto la nostalgia dell'improvvisata, dell'andare a trovare senza essere atteso, della delusione di arrivare in una casa vuota. Piaceri ormai che il tempo ha cristallizzato in un passato neanche tanto lontano: esperienza che hanno il loro posto nei ricordi dei nostri nonni come dei nostri padri come in noi stessi, ma che, temo, non lasciarenno traccia in quelli dei nostri figli avvenire.

lun 30 ott

Sono giorni di pace e serenità. Sono in ferie, sento la voglia di uscire da un momento all'altro. Non ho nessun pensiero e quelli che mi rimangono del lavoro li ho fatti tacere per sempre. Il sole come sempre non riesce a contenersi, quando mi sveglio sulle prime penso sia arrivato finalmente l'autunno, ma basta sollevare un poco le tapparelle che ne sono investito in pieno. Sono in una fase di transizione tra un lavoro e l'altro, nessun problema in sospeso, nessun nuovo problema da creare. Sono come un signor nessuno, fossi scappato da questo mondo per rifarmi una vita sarebbe uguale. Oltretutto ho appena cambiato numero di cellulare e non l'ho dato a nessuno, mi sento davvero "Ulisse" :-). Una quiete artificiale, perché la vita di tutti i giorni non è così; quanto durerà?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma come? dopo che ti ho concesso l'onore di rientrare nella mia rubrica cambi numero? aaaah traditore!!!

Anonimo ha detto...

Debbo ammettere che IL GIOVANE RAMPANTE è davvero bravo...: scrive poesie, racconti, e... le sue foto sono davvero superlative.
Il pioniere del West