Arriviamo tutti da Gerusalemme, con le mani che profumano ancora di ulivo. Luigi, dopo una settimana di lavoro, ha finalmente trovato il tempo per portare il rametto d’ulivo al nonno, Annamaria ha imparato alla perfezione il nuovo canto dell’osanna, mentre Matteo dice che si sente forte, dice che quando Gesù vince, si sente anche lui un vincente.
Oggi però qualche cosa è cambiato. Il rametto d’ulivo è sopra l’armadio, ha già la polvere, ai canti Annamaria ha preferito la musica pop e quella forza che Matteo sente venire da Gesù oggi gli è venuta meno. Matteo questa sera ha preferito andare a dormire, la notte è troppo lunga per lui.
Da Gerusalemme al Golgota, un cammino che non avremmo voluto fare, una deviazione imprevista, una strada tutta di polvere, in salita, che cambia i nostri piani, che ci distoglie da quella prevedibilità su cui poggiavano tutte le nostre sicurezze.
ADORAZIONE DELLA SANTA CROCE
Prima di venire qui, ci siamo controllati allo specchio, se tutto era in ordine. I capelli, la giacca, il trucco. Facciamo di tutto per nascondere la vecchiaia che passa, facciamo in modo di apparire più ricchi di quello che siamo, per apparire più belli fuori, per non far capire quanto siamo scomparsi dentro.
Ma i conti non tornano. Qui c’è qualcuno a cui abbiamo coperto il viso perché non è in una delle sue migliori giornate, non è un bel vedere, non ha la faccia raccomandabile. Qui c’è qualcuno a cui abbiamo coperto i vestiti perché era nudo, povero fino all’ultimo. Qui c’è qualcuno che non sta seduto come noi, che ci fa compagnia in piedi, sulle punte come un ballerino che non può ballare. Qui c’è qualcuno che aspettavamo ma che non sappiamo riconoscere perché non è come noi.
PRIMA DEI RITI DI COMUNIONE
Inchiodato, immobilizzato, crocifisso, Dio viene da noi. Lui sa sempre come venire da noi. La sua dolcezza, la sua sensibilità, il suo calore superano perfino la morte, che si scioglie come neve al sole. Allunghiamo le mani, mettiamole a coppa e lasciamoci sciogliere da Dio, come fuoco vivo. Se ben guardiamo Dio rimane in croce per i nostri occhi, ma risorge per la nostra anima e soprattutto ci tocca per il nostro cuore.
CONGEDO
Dopo che Luigi ha portato il ramoscello d’ulivo al nonno, il nonno ne ha fatto una piccola croce di legno e l’ha appesa al collo di Luigi; Annamaria, dopo aver tanto cantato, ha voluto ascoltare il silenzio e ha ritrovato la parola di Dio; Matteo ha capito che da Dio abbiamo la forza anche quando lui è debole e malato, povero e maltrattato, nudo e deriso.
Qualunque sia la strada che faremo uscendo da qui, qualunque sia il percorso che avevamo pianificato, non meravigliamoci se deviazioni, interruzioni, crolli improvvisi ci faranno andare da un’altra parte. Gesù è salito in alto, verso il Golgota, perché lui voleva essere nel gradino più alto della sofferenza. Ma poi salirà ancora più in alto, per farci un posto nel gradino più alto della gioia.
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