01 maggio 2003

Diario dall'Egitto [sfiorando le radici del mito]

Cari amici,
"Ahlan wa sahlan wa marhaban bikum !" = benvenuti!
siamo tornati, (come direbbe Said : "Bismillahi Rahmani Rahim"..."per grazia del supremo e misericordioso"…) e le parole che ora danzano sullo schermo mentre batto i tasti per cristallizzare questi appunti, mi paiono ben misera cosa in confronto al profondo e colorito sentimento generato da queste ultime "esaltanti ed inneffabili" esperienze.
Il destino [alla generosità del quale non v'è mai modo di prepararsi] ci ha riservato visioni magiche di un vasto ed emozionante scenario, e ci ha coinvolti in un viaggio interiore tanto più intrigante quanto più strane e inusitate sono state le esperienze trascorse. Sicuramente, come ha fatto notare il caro Said [la stessa valida guida dell'altro viaggio], non c'è stata una sola cosa del programma che sia stata rispettata, (a parte il nome degli alberghi) : Robert Bauval era scatenato [tra l'altro era senza la dolce consorte...] ed ha improvvisato giorno per giorno, ora per ora, ogni attività.

Giza

Ancora una volta, prigionieri della cosmica coreografia stellare di Giza, abbiamo girovagato con il corpo, l'anima e la mente tra le ciclopiche, incommensurabili piramidi dell'antico Egitto.
L'atmosfera energetica e carica di mistero ci ha affascinato ancora una volta……e con emozione rinnovata abbiamo rivissuto l'iniziatica esperienza dello strisciare nei profondi tunnel di "Akhet Khufu" per raggiungere il cuore della grande struttura.
(Neppure il vecchio Zahi avrebbe potuto fermarci !!!)
Non paghi degli esperimenti effettuati le volte precedenti, ci siamo ancora una volta cimentati nei test di risonanza ed abbiamo cercato di registrare [con i miseri mezzi a disposizione] le frequenze più significative.
Come già notato altre volte, la cosa più strana si è rivelata la particolare risonanza provocata dalle emissione sonore nel sarcofago, che, in casi particolari di attivazione, producevano una vibrazione dotata di vita propria che perdurava per parecchi secondi dopo la fine dell'emissione originale.
Questa volta anche i riverberi provati negli angoli della stanza hanno avuto un effetto sinergico con i suoni prodotti nel sarcofago, ed è stato un vero peccato non aver portato un registratore ad alta fedeltà per registrare il fenomeno e quindi analizzarlo.
Nulla è rimasto intentato :
persino il foro nel pavimento dell'angolo nord-ovest, scoperto da Elena la volta precedente, è stato "visitato". Esplorandolo con un mini diodo-laser portato all'uopo, si è rivelato poco profondo, e sul fondo brillavano resti di quello che poteva essere un gruppetto di cristalli di quarzite o, chissà, forse più prosaicamente un braccialetto di vetro scheggiato…
Sta di fatto che, stranamente, appena iniziata l'esplorazione del foro, è comparsa una guida molto preoccupata che mi ha avvisato seccamente di non usare assolutamente laser all'interno della piramide…

Micerino

La scarsità di turisti in giro ha reso la visita alla piramide di Micerino molto piacevole e interessante: non solo è stato possibile visitare con calma le stanze interne, ma -grazie a qualche euro ben speso- è stato persino possibile arrampicarsi sul fianco nascosto della piramide per effettuare alcune riprese interessanti dall'alto.


viste dall'alto di Menkaure sulle piramidi accessorie e sul tempio funerario

Dashour

In seguito siamo penetrati anche nella Piramide Rossa di Snefru a Dashour, per effettuare nuovi esperimenti acustici e misure. Il fenomeno delle sfere biancastre apparse sulle foto digitali si è ripetuto e rimane un forte dubbio sulle cause [fisiche o metafisiche] del disturbo.
La giornata sembrava non finire mai : al rientro da Dashour siamo passati a visitare una mistica ed intima chiesa copta di Santa Maria El-Moallaqa "la sospesa", ed un ricco museo copto presente nelle vicinanze.

Abu Sir
In fine giornata : breve capatina alle piramidi di Abu Sir [purtroppo non disponibili alla visita interna], a Saqqara per la tombe di Mereruka e Teti [purtroppo il Serapeum non era aperto, come pure la piramide di Unas]. "Tamaam !!" "BENE !" ….E NON ERA CHE IL PRIMO GIORNO !!!!

Veduta delle piramidi di AbuSir [Neferirkare e Sahure]

Iskandariya

In qualche ora di pullman abbiamo raggiunto la brulicante Iskandariya [Alessandria - Akhbar !! La più grande !! ] - la sua mezzaluna di linea costiera di 18 km, fiancheggiata da grattacieli sembrava infinita !
Ai nostri avidi sguardi si sono presentate, ancor prima del check-in in albergo, le inquietanti e affascinanti catacombe di Kom el Shogafa… dove la transizione tra egizio e greco-romano ha prodotto delle straordinarie ed uniche atmosfere : commistione sacrale e rituale, ultimi sprazzi dell'antico culto pagano…
Tutta la meraviglia cosmopolita della città si è sciorinata sotto i nostri occhi, e con la mente e lo spirito ci siamo impegnati a ri-immaginare il famoso faro di Alessandria [sulle cui rovine ora si fonda il candido forte di Qait-Bay].

AbuQir

Proseguendo nell'itinerario, grazie alla tenace e vulcanica attività di Robert ed alla paziente ed efficace riorganizzazione continua di Said con Roberto, abbiamo potuto dividere le seguenti attività in due gruppi : la baia AbuQir [di napoleonica memoria] ed il cimitero-italiano per alcuni, gli scavi delle aree greco romane ed il museo greco romano per altri....per finire al cospetto della famosa colonna di Pompeo [in realtà "Diocleziano"] ed alla probabile Biblioteca sotterranea nel Serapeum adiacente.
Prima di pranzo la mastodontica e iper-tecnologica Nuova Biblioteca ci ha permesso di dare una piccola e fugace occhiata allo scrigno dei testi universali, al suo spettacolare immaginario fotografico, ed ai suoi minuscoli e deliziosi musei d'arte e archeologia.

Marsa Matrouh

Poi è iniziata la magia del viaggio verso le oasi : tappa a Marsa Matrouh. Per strada ci siamo fermati a El-Alamein, dove abbiamo visitato il sacrario dei caduti Italiani.
Alla fine, dopo tanta strada nella sabbia e sotto un sole cocente : ecco il blu del Mediterraneo ! ["El bahr gamìl awi.." proprio un bel mare !!!]. Tra le rocce tormentate e le vasche [in cui dicono abbia fatto il bagno Cleopatra] abbiamo fatto il bagno. Qui il mare strapperebbe i punti a quello della Sardegna per trasparenza e fondali, selvaggio, senza impianti turistici, spettacolare...persino Patrizia di Adriano [che non sa nuotare...] si è immersa con la tutela di Robert.
L'allegria è stata l'insegna di questa tappa e ci sono state non poche foto comiche [che io non ho per ora nella mia raccolta ...]

Viaggiatori Viandanti e Sognatori a bagno

Siwa

Il viaggio per Siwa è stato tranquillo e ci ha permesso di vedere un graduale cambiamento nel panorama da desertico roccioso a desertico sabbioso, ed il nastro d'asfalto continuava imperterrito a bucare le dune e a tagliare pianori di sabbia sconfinati.
L'arrivo a Siwa di sera è stato magico, come deve esserlo stato per gli uomini di Alessandro dopo giorni di arido deserto a dorso di cavallo o cammello. Qui ha avuto inizio lo scatenamento di Robert :
Nella sera stessa abbiamo assistito allo spettacolo del tramonto siwano sugli spalti della fortezza di Shali, dopo cena abbiamo effettuato una escursione notturna all'oracolo di Amun in bicicletta [con possibilità di esperienza personale nel cubicolo del sancta sanctorum per tutti...pagando il custode ovviamente].
L'arrivo notturno all' oracolo di Ammon dopo la corsa in bicicletta, il pathos si poteva sentire e quasi toccare… il tramonto dalla fortezza di Shali, la forma "Atum" del sole, quando ormai declina fiammeggiando verso l'orizzonte.


una veduta serale delle compatte strutture di paglia e fango salato
che costituiscono le pareti della fortezza


Al mattino dopo grazie ad una suprema levata pre-eliaca [5 del mattino...] abbiamo potuto assistere allo spettacolo primordiale del levarsi del sole dalla roccia dell'oracolo [qualcuno ha pianto, qualcun altro ha continuato a farlo dopo l'esperienza della sera prima...].

Alba a Siwa : i primi istanti della creazione

C'è stata la possibilità ancora di aggirarsi in bicicletta per Siwa, addentrarsi nei suoi palmeti accompagnati dai racconti delle lezioni di caccia avute da Robert da parte di suo zio Bondi e le reminiscenze delle sue avventure giovanili.
Nel pomeriggio un tour guidato nel deserto con le jeep [dei Cruiser Toyota 4x4] ci ha permesso di visitare e vivere in diretta le sabbie ed i bagni freddi e caldi di una serie di oasi piccole e disperse che seguono i dintorni dell'oasi principale.
Il tutto si è svolto durante una indiavolata corsa sul filo delle dune, seguendo una serie di ripidi saliscendi [i beduini drivers erano esperti e organizzati, dallo sgonfiamento delle ruote, alla segnaletica per i punti critici, alle rotte coordinate, allo scambio di messaggi..., tutto era meticolosamente preciso].

Immersione rinfrescante nella prima micro-oasi
raggiunta nel corso dell'itinerario : acqua fresca e gialla.
Massimiliano e Patrizia si godono il fresco…


Quante nuove esperienze :
il bagno nella piscina di Cleopatra in un sobborgo di Siwa...le nuotate nello stagno giallo e freddo appena a qualche chilometro nel deserto... la serata danzante con la cena fatta dai Berberi all'oasi delle acque termali Bir Wahed [pozzo numero uno]...In un turbine di emozioni il tempo è trascorso fulmineamente lasciando tutti senza fiato.
Durante una fermata apposita dei cruiser, per prendere "contatto" con le sabbie del deserto, ciascuno si è avviato solo soletto verso l'orizzonte di dune sconfinate… soli, al centro del proprio cosmo, integrati nella natura, per quanto arida e rovente.
Al rientro abbiamo trovato Adriano lanciatissimo che, al suono della radio delle guide, ballava gioiosamente, accompagnato dai loro applausi.

tramonto energetico a Bir-Wahed



Pensate : immersi in una piscina cilindrica di neanche 5 metri di diametro, colma d'acqua calda ferruginosa che sgorga dalle viscere della terra a 38°, nudi sotto un cielo di stelle, con l'orsa maggiore sopra la testa, le palme attorno appena profilate nel buio della notte, con un fuoco ruggente appena in vista vicino alle tende...la musica dei beduini che ancora riverberava nelle orecchie.
Robert sembrava indemoniato, ballava a torso nudo con un copricapo arabo attorno alla testa trascinando uno alla volta tutti nella danza. Poi, seduti in mezzo ai beduini come si fosse in famiglia tutti assieme si battevano le mani e si cantava in un crescendo dal ritmo ancestrale. Il gesto di salire in jeep per il rientro all'albergo a mezzanotte ha causato in ciascuno di noi una lacerazione, ha lasciato acceso in ognuno un piccolo fuoco, un lucignolo per una promessa, un investimento per lo spirito umano...per il suo futuro.
Tra i vari passaggi all'intorno di Siwa abbiamo potuto visitare anche il tempio [anzi i pochi resti del tempio] di Amon, le alture di Gebel-el-Mawta, con la necropoli e le sue mummie [che Robert prendeva in mano con estrema disinvoltura..]


Dakrur


In seguito siamo passati sulla sella di Dakrur, una valletta tra cime di roccia erose dal vento, spazzata continuamente da una corrente d'aria impetuosa. Da terra una ventina di centimetri di sabbia continuava a sollevarsi ed a frullare intorno ai nostri piedi ed ai nostri corpi, presagio della tempesta di sabbia che ci avrebbe accompagnato l'indomani sulla strada per Baharia : sette ore di deserto totale.
Ciononostante, una sensazione di libertà estrema, quasi di sereno silenzio interiore veniva instillata dal potente muoversi degli elementi. Il flusso ruvido, caldo, selvaggio dell'aria sabbiosa vorticante sembrava chiedere un tributo di umiltà, un vigile assenso alle forze animistiche onnipresenti.
Sotto i fianchi delle cime erosi dal vento, sotto gli strati paralleli di rocce pallide bruciate dal sole, nell'infossatura più profonda alla base della cima piramidale, buchi neri segnavano un paio di tombe tolemaiche. All'esterno pochi simboli [sembrano greco] incisi sulla roccia, all'interno sei colonne squadrate, nessun disegno, nessuna pittura, solo buio e un fresco silenzio.
Di nuovo fuori, nel sole : ancora assordati dai sibili e dal fruscio raspante della sabbia scaraventata in faccia, ci siamo avviati alle macchine immobili.
In silenzio, quasi frastornati, ripensando a quello spettacolo della natura, ci siamo lasciati cullare nel rombo del motore finchè un nuovo spettacolo mozzafiato ci ha risvegliati : …ci siamo fermati accanto ad Abu Shrouf, una delle due grandi masse d'acqua che fiancheggiano la strada principale di Siwa. Una passeggiata a piedi nudi nelle basse acque del lago salato, su un fondale bianco come la neve fatto di sale precipitato : è stata una delle esperienze fisiche di paesaggio più strane che abbia mai provato.

passeggiando sul sale


Bahariya

Il viaggio per Bahariya è stato arricchito da una spettacolare tempesta di sabbia che ha coperto la strada a tal punto da far commettere un errore persino alle nostre guide... e così all'improvviso, uno dei cruiser si è trovato fuori dal percorso con le ruote affogate nella sabbia, bloccato dalla polvere. Soltanto con l'aiuto degli altri equipaggi e l'utilizzo delle rotaie piane forate predisposte all'uopo la macchina si è potuta disincagliare e tutto è finito bene.
Mustafa, il nostro taciturno guidatore, aveva una predilezione per la comodità dei clienti, in macchina, per terra, sopra la plastica del fondo, aveva sistemato morbidi tappeti, così che potevamo stare comodi a piedi nudi, mentre fuori si scatenava l'inferno. Di tanto in tanto ci offriva semi di zucca tostati, da una piccola ciotolina di paglia ["assham titsella fettarìq"...così per ammazzare il tempo durante il viaggio...]
"Kilumetr kem min hena fi Bahariya ?" "Quanti chilometri ancora da qui a Bahariya ?" è stata una delle poche domande che ho rivolto a Mustafa, "Toltomia wa ashrìn" ha risposto : "trecentoventi", e intanto continuava a mettersi in bocca un seme alla volta, lo masticava con maniacale lentezza, poi con un movimento meccanico, quasi ipnotico, riponeva nel posacenere i frustoli di scorza che non aveva ingoiato.
Nei pressi di Bahariya avevo appena finito di leggere ad Adriano un articolo preso dal web dove si avvertiva che quest'oasi è circondata da dune di sabbia ricche di frammenti di roccia taglienti, e che spesso anche i più accorti guidatori restano a gomme sgonfie, per cui è meglio essere bene attrezzati a viaggiare in gruppo.

Foratura di uno dei nostri cruiser


Neanche a farlo apposta dopo mezz'ora : PPPFFFFTTT.... e uno dei nostri cruiser ha forato !!! Cambio gomma, con la pelle smerigliata dal vento sabbioso, tutti i fori del corpo riempiti di sabbia, occhi arrossati e brucianti, e poi ripartenza !!!
L'arrivo a Bahariya è stato meno spettacolare rispetto a Siwa, l'unica particolarità era la pellicola nera che si stendeva sulle dune circostanti [quarzite ferruginosa, recita il manuale…].
Le palme disperse, le piante cespugliose, i grumi di case sbiancate accatastate lungo le strade polverose, il sole pallido nel grigio aere sabbioso, i negozi dalle insegne arrugginite, i bar semivuoti, le officine dove uomini neri aggiustano motori impossibili, due vecchi che giocano a domino bevendo il the : tutto depone per un villaggio sospeso nel tempo, a metà strada fra un frammento di folclore minimalista ed una discarica feroce.
A Bahariya abbiamo potuto ammirare le mummie ufficiali del "museo" allestito dagli Hawassiani [ben poca cosa] e le tombe di Bannantiu [ricco produttore vinicolo di Bahariya in epoca greco-romana] e quella di suo padre, ma soprattutto [previa unzione delle rotelle burocratiche] abbiamo potuto anche mettere il naso in un posto molto speciale dove solo pochi eletti sono potuti entrare …
[…non aggiungo altro perchè non so se la notizia è divulgabile in dettaglio... sentirete Adriano...].

Khan el Khalili

Dal silenzio [acustico e visivo] monotonico Museo Egizio del deserto, in pochi minuti siamo ripiombati nell'infernale traffico inquinante della Vittoriosa [al Qahira]. Il rientro al Cairo ci ha consentito di fare al pomeriggio una visita al ed alla parte nuova, appena aperta da Zahi Hawass, contenente i nuovi reperti provenienti da tutte le parti dell'Egitto. Alla sera è stata d'obbligo una capatina a Khan el Khalili [il suq] per i soliti acquisti da turista squallidone [ma consapevole] (intercalata da fughe nei bar per problemi intestinali di due o tre malcapitati).
Devo ricordare però che anche quest'ultimo tragitto non è stato esente da avventure, infatti abbiamo ritrovato il nostro vecchio "schumaker" di nome Sotkin, l'asso del volante…[cuore in gola e sudore a litri…sfrecciando tra mucche e passanti ignavi, strisciando a 1 centimetro da camion e bus, sorpassando a destra, sinistra…e via con gli insulti liberi…salvo finire con una risata…"maalesh !", "non fa nulla, non prendertela !"] E nonostante i pochi turisti, la fretta per i doloretti e brontolii addominali, siamo riusciti a spendere le fatidiche "lire egiziane rimaste", quelle che non si possono cambiare in Euro, quelle che : "tanto vale ci compri qualche ricordo". Per inciso, devo riportare un evento mai registrato prima, roba da Guinnes dei primati : Massimiliano è riuscito [dopo interminabili contrattazioni per NON comprere un caftano nero] a farsi dare il bakshish da un Egiziano !!!! INCREDIBILE !!!
Dopo un pranzo in silenzio all'Hotel Meridien, a due passi e mezzo dalle tre piramidi stellari, assorti in noi stessi, con un magone substernale da "fine vacanza", siamo entrati in un limbo in cui nulla merita più di essere rappresentato in questo piccolo spettacolo. L'aereo non poteva aspettare…

E QUESTO E' TUTTO.

Mi scuso per l'estrema sintesi e per eventuali imprecisioni o inversioni temporali, ma sono ancora sconvolto per il rientro e non è facile tornare alla vita di ogni giorno, ho la testa ancora confusa e piena di un sacco di immagini, pensieri e progetti. Devo rimettere in ordine tutto e per farlo dovrò dormirci sopra almeno una settimana !!!!

Cari saluti a tutti
"maa salam".


Sentimento in movimento : si auto-esprime chiaramente…