29 dicembre 2006

Una seconda chance

Nella vita non si finisce mai di sbagliare. Ecco perché:

Errare è umano ma perseverare è diabolico. E dal momento che il diavolo non è mai contento ecco che a tutti non viene mai negata la possibilità di avere una seconda chance, ovvero... di sbagliare una seconda volta.

:-)

27 dicembre 2006

Sono cresciuto dentro un mezzo di trasporto

Agli inizi c’era l’automobile, un perlaceo maggiolino, niente plastica, tutto acciaio e robustezza. Mi ci nascondevo così bene dentro, in qualche anfratto nei sedili posteriori, che a tutt’oggi è uno dei più vivi ricordi del mio essere stato piccolo. L’abbiamo rottamato perché non gli entrava più la terza. Rimangono pochissime foto, all’epoca in cui le auto erano più sostanza che apparenza questo è perfettamente giustificato.

Poi è venuta la corriera. Come una strada stretta il giorno di mercato, mi ha sempre messo a disagio. Per fortuna ho potuto scegliere, tra le tante che affollavano la piazza del mio paese alla mattina, una di colore arancione, assomigliava più ad un autobus; c’era un certo spazio a fianco dell’autista che avevo fatto mio. Lì stavano le mie cose: la borsa, più lunga che altro e il mio giubbotto. Un giorno mi sono anche cambiato di vestiti lì, tra le pedana per entrare e l’obliteratrice, per la gioia di una ragazza a cui piaceva stare davanti come me.

Crescendo, la vita mi ha portato ancora più lontano dalla mia città e lo ha fatto col treno. Tutt’ora, mentre sto scrivendo, posso vedere le case sul retro, gli alberi correre, il passato e il futuro. Qui ho fatto moltissime cose, ho dormito, ho mangiato, ne ho lasciato i rimasugli un po’ dappertutto. Ho scritto, ho letto, ho studiato, ho guardato, mi sono fatto guardare. Ho sognato, ho pregato, ho pianto, ho sperato, mi sono incazzato, ho avuto paura. Sono diventato esigente con gli anni, mi piacciono le carrozze silenziose, calde, grandi, i sedili non infossati, con quelle alette su cui appoggiare la testa quando mi prende la stanchezza.

Per andare lontano mi sono mosso qualche volta in aereo. A diecimila metri perde il fascino della sua velocità, fosse per me lo farei volare più basso, a volo radente, appena sopra qualche arteria autostradale, in mezzo alle colline, vicino ad altri aerei.

Ma il pezzo migliore, quello che a seconda degli accessori, vela, remi, motore, pedali, ti fa fare sempre nuove esperienze, è la barca. Sognare. Sarà perché andare in barca non è avere i piedi per terra o sarà perché è stato il primo mezzo che l’uomo ha avuto per spostarsi velocemente, quell’insieme spesso artigianale di assi di legno è davvero la culla per l’umanità che si sposta, è l’immagine di chi ritorna nel ventre materno.

Mi manca il sommergibile! Ne avevo uno quand’ero piccolo. Ho sempre pensato che me lo avessero regalato rotto, perché quando lo mettevo in acqua non andava a fondo. Credo di averlo conservato ancora in soffitta, da qualche parte, vicino al triciclo, ai pattini, allo skateboard, a tutte quelle cose della mia vita che mi hanno portato da qualche parte.


Un capodanno diverso

Un capodanno diverso.

Si avvicina il capodanno che da alla testa, quello pieno di bollicine fatte di se ma forse si potrebbe fare… le decisioni più difficili si arrestano davanti al più importante 31 dell’anno e fanno l’inchino a quella su come trascorrere nel modo migliore questo evento per grandi e piccini, ma non per tutti. Si lavora, si fa la spesa, ci si diletta facendo la spola dagli amici di sempre, ma il pensiero “Cosa faremo quest’ultimo dell’anno” come fossimo dei condannati alla felicità prende sempre più spazio dentro la nostra testa. Passiamo in rassegna tutti i posti che abbiamo conosciuto, ci mettiamo al fianco di ogni nostro amico, ci sforziamo si sentire il profumo del menu, ma è come rivedere lo stesso film una volta in più. Che fare? Mettiamoci il cappotto, i guanti, il berretto, prendiamo il nostro portafogli e incamminiamoci dentro la nostra voglia d’essere, che in qualche posto ci porterà. Quello che abbiamo dentro non ha spesso un’immagine precisa nella realtà che sta fuori di noi. Potremmo pensare al posto più caldo del mondo e trovarci a camminare lungo qualche lungomare battuto dal vento, potremmo vedere la luce perfino lì dove ce n’è troppa. Ma è dove vogliamo essere il punto da cui partire, non dove siamo. Allora… dove vogliamo essere?

Un capodanno diverso.

Sarà l’età, ma il tempo sembra avere due marce differenti. Fuori ha un suo scorrere inesorabile, inarrestabile, mentre dentro di noi fa quello che vuole: accelera, per poi fermarsi e tornare indietro. Un giorno ci sentiamo vecchi per poi saltellare con gli arti che la senilità ha tenuto troppo tempo ferme. Sono seduto con le gambe che fanno quello che vogliono, sotto la sedia, sotto il tavolo, con una scarpa in due, distese su una panca, sotto una coscia, in continuo movimento e le mani su questa tastiera portatile a digitare frammenti di vita vissuta, a ricostruire quello che sembrava perduto per sempre. Quando scrivo effettivamente rimango senza parole, per cosa la vita ha saputo darmi e per come l’ho sprecata. Troppe scelte tutte uguali, troppe strade fatte e rifatte come fossero state le uniche. Non dicevano forse che tutte le strade portano a…? Una vita che come l’acqua di un mulino da presepe passa e ripassa sempre uguale, nessuna cosa fuori posto che non lo sia stata già, un puzzle fatto e disfatto e rifatto sempre a partire dai bordi, una tecnica che si affina per diventare stile di vita per uno spettacolo che non vuole sorprese, il pubblico – noi stessi – che vogliamo affascinare senza deludere, squadra vincente non si cambia.

Un capodanno diverso.

È la vigilia di Natale e l’uomo che ridiventa bambino non è la solita trama per fare cassetta. Arrivo a pensare che questo incarnarsi per l’ennesima volta, possa non piacermi più come una volta. E ne sono felice. Vuol dire che qualche cosa è cambiato, che il messaggio sa provocare e chi è provocato sa farsi provocare, si mette in gioco a costo di non giocare. Se non fossi qui a parlarne sarei probabilmente sul solito treno in arrivo al binario 31. Eppure questa volta non sono salito. La calca della gente mi spinge a non starmene fermo, ma a muovermi, ad andare da qualche parte, a prendere una decisione. Non so cosa farò l’ultimo dell’anno. Ma non sarà un dejavù. Su qualunque cosa mi troverò – treno, aereo, mare, montagna, deserto, piazza – sarò senza biglietto, nessuna premeditazione, nessuna aspettativa, nessuna prenotazione, nessun posto numerato, solo attaccato alla mia ombra. Questo sarà il mio posto.

25 dicembre 2006

12 minuti a mezzanotte

12 minuti a mezzanotte.
Scrivo col tempo che mi spinge come una barca sotto una bava di vento.

11 minuti a mezzanotte.
L’agonia di un caco spezzato.

10 minuti a mezzanotte.
Tra 10 minuti il Natale finirà… tutto sarà passato e tutto sarà futuro.

09 minuti a mezzanotte.
La luna, un apostrofo in cerca di parole

08 minuti a mezzanotte.
Si stanno per chiudere le porte. Ci saranno altre feste... altre storie di fuochi, di befane…

07 minuti a mezzanotte.
Canta la clessidra il suo silenzio notturno.

06 minuti a mezzanotte.
Appendo l’oggi ad un chiodo come si fa con un bel calendario che non serve più.

05 minuti a mezzanotte.
Le luci col loro alfabeto morse per un abete che sta morendo.

04 minuti a mezzanotte.
Nei ricordi ho posto per le mani strette, per le risate lasciate senza guinzaglio, per i sogni fatti e da fare. Sì, da fare.

03 minuti a mezzanotte.
Il fuoco al caminetto, personale sistema solare del nostro microcosmo.

02 minuti a mezzanotte.
Un saluto a tutti, vi ho amati, come ho fatto voi lo sapete, io ci ho messo tutto il mio, abbiate un pensiero per me, non sforzatevi oltre.

01 minuto a mezzanotte.
Il gufo sta per spiccare il volo, lo goccia sta per cadere, la luce sta per tornare verde, le strada sono vuote, respiro…

Auguri a tutti quelli che

sono andati lontano da casa per restarci.
rimandano la dieta a lunedì e si accorgono che questo Natale cade proprio di lunedì.
si aspettavano l’ennesimo maglione invernale. E l’hanno avuto.
non hanno bisogno di ricevere regali, ma di farli.
trovano rassicurante il mondo sotto l’albero.
bestemmiamo perché non sta in piedi il re Magio di colore.
ti danno la mano solo la notte di Natale.
credono che da Natale si possa essere più buoni.
fanno tanto per gli altri e molto poco per se stessi.
guidano l’autobus vuoto il giorno di Natale.
vorrebbero cambiare il proverbio in “Natale con chi vuoi”.
non sollevano lo sguardo dal proprio piatto pieno di leccornie.
sorridono senza sapere il perché.
non trovano sotto l’albero l’amore, ma tutto il resto.
sanno di non sapere e lo danno a vedere.
già pensano al prossimo Natale.
hanno così pochi soldi che anche la festa del Natale se li porta via.
la parola Natale non l’hanno mai sentita.
hanno capito che la vita continua anche dopo il Natale.
non escono in strada perché non saprebbero dove andare.
piangono e ridono senza un perché.
hanno qualcuno a cui fare un regalo.
fanno sempre il regalo sbagliato.
crescono vicino ad un albero fatto di plastica e con le palle colorate.
hanno ricevuto in regalo il manuale su come fare i pacchetti regalo.
distinguono il Natale dalla Pasqua come il pandoro dalla colomba.
si fanno i regali 364 giorni l’anno [tranne che a Natale].
credono che Babbo Natale sia un commerciante troppo buono per essere vero.
vedono gli abeti solo il giorno di Natale.
prendono il muschio solo per fare sesso sull’erba anche d’inverno.
non hanno più posto nella vetrina del soggiorno per mettere i regali.
non hanno una vetrina dietro cui mettere i regali.
come me fanno sempre gli auguri alle persone sbagliate.

22 dicembre 2006

[Dagli IUESSEI] Racconti americani-Greetings from Nuova Yorka

Intanto......
vi faccio tanti auguri di buone feste, buon Natale, Anno e buono tutto!
Da queste parti, "sull'altra sponda" cioe', sti'mmericans' si fermano solo il 25. Per fortuna per il primo dell'anno sono consapevoli che saranno fisicamente K.O. perche' altrimenti sti qua lavorerebbero di continuo: S.P.Q.A. Lavorano cosi' tanto....che...nonstante le stra-ripetute tre parole canoniche che riescono a dire (freaking, fucking and shit, scusate perl'Oxford) siamo (cioe' sono) gia' in ritardo di 7 mesi prima di iniziare e all'orizzonte si vedono nubi oscure perche' sono proprio imbranati! (come hanno fatto ad andare sulla luna lo sanno solo i registi di Los Angeles!!). Per ora non nevica ma dicono che Gennaio si scatenera' quindi dovro' bardarmi come si deve: intanto faro' le prove generali perchè tra non molto, cioè al 31, andrò a Time Square a vedere il countdown con la famosa sfera che scende: cercherò, in quell'occasione di farmi riconoscere con il classico "ciao mamma". Difficile, eh...ce provo!

Va bene. Allora vi saluto tutti quanti, statemi bene e.....Merry X-mas and Happy New Year.

Mandi
Fran

A Siana

Non sarò più solo

E’ una fredda mattina d’inverno, sento la gente starmi accanto come la neve, un attimo e niente più. Non sono nessuno. Le mie orme non durano. Penso a te, nel mio incedere quotidiano, so che nulla di me ti appartiene, mentre tutto quello che sei io l’ho conservo dentro. Ho contato il numero dei tuoi capelli in una giornata di vento, ho sentito il profumo della tua pelle quel giorno che ti sei coperta ogni cosa, di te ho capito tutto nei tuoi momenti di silenzio.
E’ inverno ormai, sta per concludersi un’altra giornata, te ne sei andata e la neve… la neve racconta da dove sei venuta e dove stai andando. Seguo le orme senza pensare a niente, istintivamente metto i miei passi dentro ai tuoi, ballo con te. Percorro quel lungo sentiero che porta alla luna e ancora meglio ti vedo. Supero la collina, percorro una lunga discesa. Poi, all’improvviso, sul pianoro tutto sparisce. Non c’è impronta, nè segno alcuno, non ci sei più. Spengo la sigaretta, inarco un pochino la schiena e, con un perfetto gesto, ripesco dalla mia memoria il prendere sulla schiena che si faceva da ragazzi. Non guardo avanti a me, vedo solo le mie impronte affondare di più, sono contento. La mia fantasia ti porta con me, dovunque tu sia, non sarò più solo.


Pulito

Pulito come il cielo in un giorno di bora, così il mio pensiero mentre cammino sopra di te. Non lascio traccia mai, nelle mie carezze. Giorno dopo giorno ti osservo e non ti giudico se non per quello che gli altri hanno fatto di te. Non c’è una nuvola che porti il tuo nome, sei calda come un tramonto d’estate, sei leggera come una mattina d’inverno. Sei la mia città. Pulisci i miei pensieri, asciughi le mie lacrime come sai fare tu, senza farlo notare ad alcuno, invisibilmente mi avvolgi e mi baci.
Chiuso nella mia piccola casetta, sto per dormire quando ti sento. Sto ad ascoltare. Non so mai se posso capirti fino in fondo per cui sto sempre in silenzio. Dicono di te il cigolare delle finestre, il frusciare degli alberi, lo sbattere del cancello, il flettersi dei vetri. M’addormento con la mente leggera e, come questa giornata, volo anch’io in alto dove tutto è pulito.

16 dicembre 2006

TE RUTSCH!!!

Ciao a tutti...
siamo credo all'ultima del 2006...
stamattina c'era un sole fantastico, stavo già assaporando l'idea di andare a studiare al Rosengarten, uno stupendo giardino con altrettanto fantastico panorama, ma ora è diventato tutto grigio, che tristezza... così sono venuta in ufficio, giusto per cambiare ambiente di studio!!!
Come state? Io, qui comincia veramente a piacermi, anche il lavoro... pensate che ieri ero quasi triste quando ho realizzato che oggi sarebbe stato sabato e quindi niente sveglia, niente solito percorso fino in centro, niente traduzioni da fare... non avrei mai creduto!
Ieri ho parlato con chef, pare che mi rinnovino il contratto, così gli ho chiesto se invece di 6 mesi ne posso fare solo 3, sarebbe un buon compromesso, poi mi trasferirò in un paese di lingua inglese a colmare questo profondo handicap linguistico che mi accompagna giorno dopo giorno...
La mia agenda mondana è sempre più folta di appuntamenti e stasera dovrei andare a un concerto che comincia alle 23 e finisce alle 4... ma io non reggo più, non ho più l'età... no dai, è solo che come al solito sono presa male con lo studio, l'orale del concorso sarà mercoledì o giovedì (se mi concedono la proroga!) e io sono ancora in alto mare e se poi faccio anche le ore piccole!!!
vabbè, concludo, oggi non sono molto fantasiosa e neanche prolissa, per la gioia di qualcuno ;)
un bacio a tutti...
ci vediamo nello splendido caldo soleggiato casa mare amore sogno serenità STIVALE....
francy

12 dicembre 2006

Venezia

Mi te vedo
in sta maniera
Come se te fosi
una incision
In un giorno
de bora scura
Te son vegnuda fora
Con tuto el tuo splendor


Te se vede el profilo
Come una bela mula
in controluce
cole volte
che par seni al vento




Bela xe un termine
che te sta streto
Forse te diria:
Signora,
De quele
che se fa amirar
Anche se i ani pasa...





Tanto xe sempre
un continuo via vai de gente
che te da un motivo
per no dismeter mai
l’abito elegante,
come mi te vedo
in sta domenica
che par na sera de festa.

06 dicembre 2006

Bizzarri ma efficaci usi del posto

Carissimi tutti, vi scrivo durante l'orario di lavoro e se mi beccano mi fanno il c... e direi che non è il caso, è già abbastanza voluminoso così com'è!!! Da dove cominciare? Anche qui ho dato inizio alla vita mondana (motivo per cui le puntate vanno a rilento), ormai sono quasi sempre fuori tra un aperitivo e l'altro, spesso e volentieri con un gruppo di ragazzi ticinesi. Sono stata introdotta da un ragazzo che avevo conosciuto al corso di traduzione a Bellinzona (Daniele) e sono stata accolta a braccia aperte, mi fanno proprio sentire a casa... e poi un po' di buon humor italiano fa sempre bene! Pensate, un mio amico tedesco, sì TETESCO DI JERMANIA, dice che secondo loro i Paesi latini non hanno senso dell'humour... e pensare che noi pensiamo la stessa identica cosa dei CRUCCHI!!! Certo è che io non capisco mai le sue battute e viceversa! soprattutto se sono via mail o sms, da evitare come la peste, si causano incidenti diplomatici inimmaginabili! Dai, vi racconto qualche aneddoto svizzero e oggi ci aggiungo anche una chicca...Già dal mio primo giorno di lavoro ho dovuto fare i conti con alcuni "bizzarri" ma efficaci usi del posto... vado in bagno e trovo poggiato, sulla cassetta del water, una confezione di fiammiferi... esco ridendo (non ricordo cosa mi sia passato per la mente, ma certo non potevo pensare all'utilità della cosa)... e chiedo delucidazioni alla mia collega.... bene, dovete sapere che loro hanno l'abitudine di accendere un fiammifero, in bagno, dopo che hanno fatto i loro bisogni (quelli grandi ;)), questo perchè pare, anzi io vi confermo e ve lo consiglio in caso di estremo bisogno (soprattutto in ufficio quando magari c'è la possibilità che il capo entri subito dopo di voi :D ) che nasconda i cattivi odori. Vi invito quindi a questo proposito a dare un'occhiata a un articolo apparso oggi su repubblica!

http://www.repubblica.it/2006/12/sezioni/esteri/aereo-flatulenza/aereo-flatulenza/aereo-flatulenza.html

Incredibile eh!!!!Adesso vi dico un ticinesismo che quando l'ho sentito mi ha veramente fatto sganasciare, rido ancora ora se ci penso... anzi io vi dico l'espressione e poi vi lascio immaginare cosa significhi (le ricerche su google non valgono!) "scender dal mirtillo", tipo "ma scendi dal mirtillo va...."Vi lascio, la palestra mi chiama... in ogni caso domani parto direzione madre patria, la mia mammina compie il suo 50° e vado a farle una sorpresa, spero che mi venga!Un bacione a tuttif

04 dicembre 2006

Edera

Avvinghiato al mondo
Come un’edera attorno ad un albero
Per sentirmi in alto.
Lo stesso sole, la stessa acqua.
Ma per tutti un’intrusa
Che canta alla luna
Un mondo senza pregiudizi
Dove tutto parrebbe possibile
Anche essere di una spanna
Più in alto del mio albero.

30 novembre 2006

[Dagli IUESSEI] Dopo poco piu' di una settimana dall'evento

Eccoci in quel della Nuova Yorka, dopo poco piu' di una settimana dall'evento, tutti belli contenti, maritati ma soprattutto ripresi dal jet leg.
Beh, sicuramente e' andato tutto alla perfezione. Conoscendo quel gran can di un Murphy mi aspettavo gia' un Giove pluvio a manetta, Eolo che sbuffava e qualcos'altro che sicuramente il Murphy poteva escogitare tipo microfono che non funziona o corrente a singhiozzo e auto degli sposi che non parte. Invece e' andato tutto alla grande e sono rimasto piacevolmente sorpreso di tutto cio' anche se temevo sempre la "sua" ombra dietro l'angolo. A un certo punto pero' ho capito che non mi avrebbe piu' dato fastidio, almeno per quel giorno per cui ho potuto concentrarmi sulla giornata che ormai andava verso una serata. E ho potuto gustarne l'intensita': cioe', mi correggo, non capivo piu' niente!
Devo ringraziare tutti quanti perche' siete stati magnifici dal Fasciottus al Caius ai Photographis per finire con i commensalibus (scusate il mio ital-latino maccheronico) e a tutti quelli che non sono potuti venire ma che si son fatti sentire: onestamente devo proprio dire che quando ho scelto gli amici sono stato proprio fortunato.
Quindi la serata e' proseguita con un gruppo ristretto di "resistenti" che non potevano certo scordarsi di fare gli scherzetti: cosi' io perche' sbaglio il polpaccio della moglie e lei che confonde il mio fondoschiena con quello di big Julianus si sono fatte le 23:00!! Ed era pure ora di partire per quel di Follina per la prima notte di nozze.
Il giorno dopo, i photographis sono ritornati alla carica e cosi' abbiamo fatto altre foto presso l'abbazia di Follina appena appena avvolta tra un misto sole e lieve nebbiolina "ti vedo non ti vedo" molto suggestiva.
Dopo aver salutato i familiari e volato per una decina di ore, ho preparato psicologicamente la Cri allo sbarco ma soprattutto ad affrontare gli "mmericans" della dogana: i soliti pistola alla mo' del giudice famoso di mia recente conoscenza. Quel becco!!
Alla fine siamo passati indenni anche a tutto cio' e siamo pronti per affrontare l'avventura americana.
Le porte di casa Fran e Cri in quel di Port Washington nell'isolotto del Long Island sono sempre aperte all'ospitalita'. Mi raccomando, vi aspettiamo.

Mandi
Fran&Cri

PS
Ho installato Skype sotto il nome: fran.e.cri E ho pure il mio personale che e': fran.scara Mi sono gia' armato di cuffiette e microfono. A breve mi procurero' anche la webcam.
Devo dire che e' una figata di progamma e chiamando da PC a PC non si spende una "lira" ovvero euro ma gia' che ci siamo anche dollaro.

Tu ai miei occhi…


Tu ai miei occhi…
in quello che il mondo è per me io ci metto del mio, io sono il chirurgo plastico della luce che mi investe
del nero ne faccio una pupilla, di un punto il centro, di un raggio un fascio, di una stella una galassia…
Ma tu ai miei occhi sei tutto, quando ti guardo cosa potrei aggiungere?

27 novembre 2006

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Omaggio a Rita

20 anni

Ho avuto 20 anni ieri,
domani ne avrò venti di più,
per me che la vita scorre così in fretta
tutto si riduce ad un attimo.
Le cose che si riescono a fare in un attimo
Non sembra vengono bene
Ti tocco le labbra
ma già altre mi aspettano
Ti stringo forte la mano e
Un istante dopo è la tua bara che si stringe a me
Ti guardo con gli occhi di uno sconosciuto
E poi diventi l’amico di sempre.
La vita scorre con il silenzio della sabbia nella clessidra.
Da vent’anni gioco allo stesso gioco
Leggo e rileggo le regole
Ma la vita di regole non ne ha
Perché a 20 anni non c’è nessuna regola
A quest’età tutto è possibile.


Non vale la pena

Io la pena non la voglio vivere
Per quel mondo che di me non si da pena
Che di me si serve come di un numero
Per fare tornare i propri conti.

Io la pena la voglio dare agli altri
A chi ruba, ammazza, stupra
A chi non crede che in ognuno degli altri
Ci sia un pezzo di noi stessi.

Io la pena la sento ogni volta che viene la sera
Quando il peso del giorno di fa sentire
Quando arriva la notte dove il buio toglie i confini
Anche alle più marcate certezze.

Io la pena te la sento addosso
Quando ti vedo che te ne vai monco
Senza quella dignità che mi parrebbe d’ogni animale
Ma che spesso rifugge dal suo animale principe.

Io la pena te la ritorno o morte
Perché non vale la pena di morire
Per tutto quel poco che mi togli
Di fronte a quel tanto che la vita mi da.


Notte di Natale

Le parole non nascono
Ma da generazione a generazione
Vengono tramandate
Se ne distorce il senso
Quel tanto che basta per dire
Sono mie e di nessun altro.

Le parole non muoiono
Perché la morte è amata dalle parole
La cantano come la madre
Di tutte le paure
E la sorreggono su un trono altissimo
Su cui nessuno può salire.

Le parole non si sa dove vanno
Come una manciata di grani
Gettati al vento
Prendono ogni direzione possibile
Spesso invisibili
Come il vento che le trasporta.

Ma la Parola, quella Parola
È nata da Cristo
È risorta con Cristo
È stata data a noi per i nostri discorsi da adulti
affinché imparassimo di nuovo a parlare
come alla notte di Natale.


Perché non subito

Sorridere non si può
In questa società che sorrisi
Li fabbrica, tu non puoi sorridere
Di tuo.
Devi sorridere secondo le convenzioni
Direi che c’è un sorriso
Per ogni circostanza
Amaro quando le cose vanno bene per gli altri
Di speranza quando le cose vanno male per gli altri
Di gioia quando vorresti dire quello che pensi
Ma non puoi.
Da chi imparare a sorridere?
I migliori sorrisi li ho visti sulle bocche
Di chi non vede i sorrisi degli altri
E nemmeno i propri allo specchio
Dei non vedenti ho imparato che a sorridere
Non si impara, non è un pensiero
A cui trovare la forma più adatta alla circostanza
Non è un attesa di eventi propizi
Sorridere non ha perché ad eccezione di uno:
Perché aspettare
Quando si può
Sorridere subito?


Pioggia di primavera

Non sento che la pioggia interminabile
Delle mie lacrime
Scendere dentro la mia anima
Perché tu non sei più qui
Eppure…
Eppure la mia vita sembra non essere diversa da ieri
Gli stessi sorrisi, le stesse battute
Gli stessi pensieri che mi rivestono
Come una colata di cemento armato.
Gli eventi atmosferici sono tutti
Racchiusi dentro di me
Completamente sigillato
Vivo con la certezza che apparentemente
nulla è cambiato.
Ma quando mi guardo intorno
E vedo il verde in fiore della primavera
Allora tutto dimentico
E mi lascio bagnare dolcemente.


Stanchezza

Stanco mi sorreggo con una mano
Appoggiata al tavolino del treno
Tutto mi trema
Al pensiero che guardo il passato
Andare sempre più lontano.
Un’improvvisa curva
Mi priva di ogni ricordo
E stanco chiudo gli occhi.
Si ferma il treno e la gente
Sale e scende,
Come nella vita che non ho più
Qualcuno si ferma più a lungo degli altri
Perché nei pensieri c’è uno spazio limitato.
Mi alzo un poco
E al mio ritorno qualcuno s’è fermato
Al posto mio.
Mi siedo di fronte e con la stanchezza alle spalle
corro incontro alla vita.


[liberamente tratto dall'ultimo libro di poesie di Rita...]

24 novembre 2006

Che emozione!!!

flash!

Che emozione!!!
oggi per caso ho trovato su internet una cosa tradotta da me... ecco il link....
http://search.parlament.ch/i/homepage/cv-geschaefte.htm?gesch_id=20063566
e come ha detto il mio collega "ora diventerò famosa"...
non ho tempo ma un giorno vi racconto anche di lui, un 55enne un po' tontolone che non capisce mai le battute e ogni tanto spara qualcosa da farti stramazzare al suolo dalle risate, tanto che siccome esiste lo "svizzionario", un libricino dove vengono raccolte tutte le differenze tra l'italiano e l'italiano svizzero-ticinese a cui noi contribuiamo, adesso io e le mie colleghe abbiamo deciso di redarre il "maurizionario"....
un bacio a tutti... questo fine sarò strapresa, c'è elisa!!! :))

23 novembre 2006

Rodi

Apro gli occhi e mi ritrovo addosso la gente in attesa di partire, una grande finestra sulle bianche carlinghe degli aerei di passaggio mi fa ricordare l’impalpabile sabbia raccolta come souvenir in un locale lunga la romea, agli inizi di quest’estate. Una vecchia sembra guardare oltre me, rendendo invisibile il mio senso di esistere. Ma è un attimo, alla chiamata del check in mi sento di nuovo carne, brivido, emozione, di sicuro gli unici bagagli che non mi sono lasciato a casa.

Cazza la randa! L'avventura ad Afandou si tinge d'azzurro, colore del mare pulito e del cielo riflesso. Cazza la randa! Maestro non so niente di vela e tu mi dai la randa, non so dove andare e tu mi dai il timone, non so come ringraziarti e tu mi inviti a tornare. Cazza la randa! Che sento? Laggiù là in mezzo alla spiaggia un uomo fa manovra su una barca incagliata, non c'è onda non c'è acqua non c'è nessuno. Lui ha gli occhi che puntano lontano, guarda me, ci vede una nave andare lontano e io, di rimando nei suoi, la bianca scia di un faro.

Usciamo di mattino presto, io gli uccelli e le capre.
Che afa - dice il corvo alla capra - sono sempre così nero..
Ti lamenti tu - risponde la capra - che dovrei fare io con tutta questa pelliccia che madre natura m’ha appioppato per ogni stagione?
Li convinco a scambiarsi la pelle e il giorno dopo mi metto a cercarli. Il corvo vola tenendo lontano i raggi da sole con il suo pelo bianco, mentre la capra senza pelo saltella leggera. Ma il caldo incombe e il corvo ha sete, s’avvicina ad una pozza, l'acqua inzuppa il suo pelo, si appesantisce, si rialza, ma il suo volo basso lo precipita tra le spume del mare ventoso del nord. La capra s’incammina lungo il sentiero, prende una scorciatoia, si infila in un pertugio con dei rovi, ma una spina le taglia il fianco. Il dolore la ferma vicino ad un nido di corvi.

Rodi old town. Varco l'ingresso alla ricerca del cuore della città, ma le luci dei negozi sono puntate sui preziosi, sulle decine di turisti che fanno la fila per la bellezza esposta. Filo via ai gufi dorati, sfuggo agli occhi portafortuna, passo attraverso migliaia di anelli, bracciali e collane. Mi vesto e mi svesto di tutto il merchandising, fino a che, senza peso alcuno mi inerpico leggero su una strada al buio: davanti a me il tesoro di mura, torrioni, minareti, splendori antichi, l'immagine immaginaria di due enormi lancette d’orologio serrate dalle mani di un bimbo è il benvenuto per questo emozionante spettacolo senza pubblico, senza riflettori, senza applausi.

All'estremità della sua corsa il sole mette un sigillo ai ricordi …
Lui è lì fuori, osserva le stelle del cielo come un prato di fiori incalpestabili. E’ un attimo, lei, come stella cadente, s'infila dritto tra le sue labbra socchiuse”.
…e torna il sole su questa magica notte.


[riduzione del diario scritto nell'agosto del 2003]

22 novembre 2006

[Racconti di mare] Perdere le parole

Non bastano le parole per scrivere l’amarezza con cui si perdono le parole. E io le parole, io che le parole le trovo sempre, oggi le ho perse, finite in qualche settore di memoria criptato del mio portatile, ormai muto per sempre. Lì avevo inanellato le mie sensazioni come si fanno con le parole quando ci si appresta a scrivere qualche cosa di importante e ogni ricordo, specialmente il primo, è per sua natura qualche cosa di importante. Ora, per un prevedibile errore umano unito ad un imprevedibile errore informatico, non ho più le mie parole e quel viaggio che tanto avevo voluto e che poi si era realizzato, cioè immergermi di nuovo con Elisa, rimane impresso come brutta copia in quella parte del mio cervello in cui tutto il bello ha avuto una forma, una poesia, un disegno, una canzone…

“Ho galleggiato nell’aria dei miei pensieri per due settimane, poi sono venuto da te e ti ho trovata con le pinne in mano e neanche il tempo di prendere le mie che già eravamo dieci metri sotto a guardare le piante come api d’acqua…a rincorrerci come pesci controvento…”.

Buone parole posso accompagnare i ricordi da qualunque parte, li possono portare lontano, farli vivere per sempre, rendere solari anche quelli sull’orlo dell’oblio. Io non ho più le mie parole, cancellate in modo non recuperabile da alcun hacker della terra, eppure da qualche parte si sono copiate nella mia memoria e stanno lì ora, anche se non so dire precisamente dove. Ne sento il profumo, il colore, la sensazione tattile. Ho perso quella che ritenevo la parte migliore del ricordo, quel segno nero su sfondo bianco che tanto mi contrasta, eppure quel bianco che ne è rimasto è come faro che illumina con più chiarezza la strada che ho ancora da fare.

Ora so

Libero i sensi alla scoperta di un territorio inesplorato
Quale quello che abitualmente sta dentro di me.
Tutto pare nuovo e affascinante
Se ci passeggia una donna.
Ci lascia inconfondibili segni di bellezza.
Ero appisolato
Quando ho sentito un rumore come di foglia calpestata
Ma era stato solo un movimento incauto
Della mia mano.
Mi sono svegliato e ho notato che tutto intorno a me
Pareva diverso, anche se nulla era cambiato per davvero.
Ero cambiato io, avevo sognato.
Avevo sognato di volare e dalle decine di metri sopra di me
Una donna si stava indaffarando
A fare qualche cosa di inconsueto, come passeggiare nel mio giardino
A piantar fiori, a tracciar sentieri, a estirpar gramigna.
Da sveglio, come sono ora, deduco che nulla è cambiato attorno a me
Erbacce, strade fangose, roveti
Eppure oggi finalmente so
Cosa m’aspetta fare.

13 novembre 2006

L'estate dell'autunno


Bruciano i colori delle foglie
come pelle sotto l'estate,
accarezzo il sommacco
un poco salmastro
dell'ultimo tuffo.
E' una magia che dal mare
sale verso il carso
e poi sempre più in alto
in quella memoria
in cui anche le emozioni
sono colori.

10 novembre 2006

Ti vedo come dentro ad un treno

Ti vedo
come dentro ad un treno
mentre percorre gallerie su gallerie
ora si ora no
ad ogni comparsa
sei diversa
tutta insieme
io ti devo mettere
per avere un’idea di te.
E ora che non ti vedo
mi faccio più bello
passo veloce una mano tra i capelli
e mi ricompongo
un attimo prima che torni il chiaro
e a riguardarti mi ci fisso
fino a che non scompari di nuovo.
mi muovo un poco
con la speranza di toccarti,
leggermente toccarti.
E poi alla tua apparizione
osservo se hai cambiato sorriso
in una smorfia triste.
non mi pare
stai guardando fuori
tu che pensi a tutto tranne che a me
non importa
aspetto che torni il buio
e m’immagino che lì
in quell’aria nera
tu stia guardando verso me
come all’uomo della tua vita
che non hai ancora trovato
che hai appresso
ma che ancora non vedi.

Vivo la vita del tramonto

Vivo la vita del tramonto.
Tutto è così effimero
corro in fretta per non perdere
il tempo che sta intorno a me
guardo con gli occhi grandi
e mi lascio catturare dalle cose
più piccole.
Riconosco a mala pena
la mia anima e in questo divenire incerto
non percepisco differenze,
siamo ricoperti dalla stessa luce
che lascia lunghe ombre sulle cose.
Siamo fantasmi
in bilico tra ciò che era
e ciò che sarà,
ci accomuna
quella luce verde
che prelude la notte
ma che per noi è come la speranza
di un buon mattino.


Coscienza

Fammi volare che sto diventando grande
e non sarò più in grado di sollevarmi.
Sono piccole brutture
eppure su questa vita non riesco più
ad alzare lo sguardo.




Sono con te portami lontano
vorrei vedere le grandi cose
nella loro giusta dimensione
senza la paura di dovermi sempre

confrontare.




Torna...
riportami con i piedi per terra
fai delle tue ali la mia coscienza
pronta ad andare in volo
e a tornare su suoi passi.

Geometrie

I quadrati hanno fatto presa
rigidi stanno ad un passo
dalle linee curve
flessuose presenze del divenire.
L’uomo non se ne cura
tutto è mezzo per quel fine
che sta in quel miscuglio
di figure geometriche
che è la sua testa.


Donna

Saltelli qui e lì
come leprotto
al chiaro del mattino
mentre ancora regna il silenzio
non senti i passi del cacciatore
perché ancora il cacciatore dorme
nel caldo del primo sole
hai l’ardire di andare lontano
ti lasci i pensieri a casa
e te ne stai sola sola
in mezzo al nulla
sei vulnerabile
sei sola
sei affamata
sei come vorresti essere
ma il silenzio s’attenua
cerchi presto la via del ritorno
ti fermi ancora un poco
a vedere fin dove sei arrivata
e ti compiaci di te stessa
della tua velocità
della tua audacia
della tua leggerezza.
Ritorni e re-indossi
la vecchia pelliccia
ti metti la maschera
delle piccole occasioni
di tutti i giorni
ridiventi forte
ti fai compagnie
e lasci l’appetito
a tempi migliori.

07 novembre 2006

Carissimi...

Carissimi...
oggi sono distrutta e tra un po' mi tocca anche andare in palestra... che raccontarvi? Anche questo fine settimana è venuto a trovarmi qualcuno, inaspettatamente... molto!!!
Insomma, molti già lo sanno, alcuni lo sapevano prima di me (è sempre così, il cornuto è l'unico che non sa di esserlo!), altri lo sapranno ora: aspettavo Anna e mi son ritrovata Andrea!
Sorpresa??? Shock!!!
Ma insomma, il week end è stato sicuramente fruttuoso, sotto molti aspetti, tra cui: sono riuscita a comprare la scheda per il cellulare e la giacca che contavo di comprare da quando sono arrivata!!! Che racconti vi aspettavate?
Beh, oggi mi sforzerò di spezzare una lancia a favore di questo Paese, già che l'altra volta sono stata un po' cattiva... insomma questo per dire che non è poi tutto così negativo.. a parte la lentezza delle cassiere del supermercato, la gente che per strada non si sposta di un millimetro se sei sulla loro stessa rotta (insomma, qua so' tutti un po' fra' Cristoforo!!!) e le cameriere che ti parlano il tedesco bernese anche se tu gli parli lo swahili... INSOMMA:
1) I bus sono puntualissimi... il che si traduce in mancanza di traffico. La loro puntualità è impressionante, più volte, da brava italiana ho corso fino alla fermata sperando in trenta, dico appena trenta secondi di ritardo... INUTILE, ASSOLUTAMENTE INUTILE! Povera illusa...
...e quando sei alla fermata, che aspetti e si illumina il pulsante che indica che l'autobus è in arrivo e tu ancora non lo vedi pensi "Ah... stavolta è in..." ANCORA INUTILE, ASSOLUTAMENTE INUTILE non fai in tempo a finire di pensare che quello arriva :(
2) Le cacche dei cani in strada??? Rigorosamente levate dai diligentissimi padroni e custodite negli appositi sacchetti fino al prossimo cestino... a parte, ovviamente, quelle ben nascoste tra le foglie, in attesa di essere pestate dall'UNICA DEFICIENTE convinta che in Svizzera non esistano le cacche dei cani per strada... o magari che i cani svizzeri neanche caghino! :)))

Che altro dirvi in favore di questo Paese delle mucche e della cioccolata???
Ah si...
3) La piscina è gratuita o comunque ha un'entrata a costo irrisorio... si è vero, la maggior parte sono all'aperto, ma insomma, se proprio vogliamo lamentarci allora diciamolo e basta eh.... Poi parlo proprio io che in piscina ci andavo solo a fare il bagno settimanale!!!

Scusate... sono costretta ad abbandonarvi... partirò per un viaggio lungo e freddo in lungo e largo per la Svizzera, alla ricerca di lati positivi, nella speranza che nel frattempo resti ancora qualche lancia da spezzare e quindi il mio girovagare non risulti inutile!!!
Scherzi a parte, avevo previsto di inviarvi questa puntata in 2 rate, mi sto preparando per un altro concorso e il tempo è prezioso.... più che altro la lucidità, se sto ancora un po' davanti al computer mi sa che arrivo a casa e collasso!!!
Allora alla prossima con i PRO dalla SCCCCHHHHVIZZZERRRA!!!!
Baci fra

Continua....

03 novembre 2006

Barcis



Cammino tra le foglie
foglia anch'io al caldo vento
di un'estate che ancora soffia.



La tavolozza perde i colori
e i suoi schizzi dipingono
migliaia e migliaia di alberi in attesa dell'inverno.



La natura sta per mettersi a nudo
con una vergogna che pare fatta per essere guardata,
mi giro e mi rigiro e tutto si spoglia per me.



Passo dopo passo gli occhi si fanno sempre più grandi
e colgo sfumature che prima mi erano sfuggite
come quell'arancione che sa di primo bacio
o come quel giallo dell'adolescenza
o il verde ancora intonso dell'infanzia.



La prostituta ha appena finito
e si lava al lago,
i bimbi vi giocano attorno e le fanno schizzi,
i ragazzi si fermano ad ascoltare
mentre le campane con loro ton ton
fanno scorrere il tempo.



Nell'attesa dello spoglio inverno
la gente ama in fretta
e ogni cosa sembra vivere di passione.


Cammino tra le foglie
foglia anch'io al caldo vento
di un'estate che ancora soffia
dalla bocca di chi ama
quale spero sia quella
che mi ha dato Iddio.

Perché non sei venuta a farmi visita?

Che fai o morte?
Perché non sei venuta a farmi visita?
Te ne stai lontana
mi giungono voci terribili sul tuo conto,
ma io non ti vedo mai.
Ti fai sminuire dalla cronaca
sempre più sdrammatizzante dei giorni nostri.
Arriverà un giorno che butterai giù la mia porta
e prenderai senza guardare in faccia nessuno.
Potrei tenere tutto aperto ma non diminuirei
l'irruenza della tua venuta.

Non resterebbe che darmi a morire così...
improvvisamente......
ma qui fiorirebbe l'ultima tua beffa:
nessuno ti potrebbe impedire d'entrare a casa mia
perché è come se t'avessi
invitato io stesso,
arriveresti con lo stesso sorriso beffardo
con cui ne sei uscita trentasette anni fa.

Che fare?
Il biglietto l'ho pagato,
lo spettacolo è già cominciato.
C'è buio in sala, mi guardo attorno
e sono solo, non ho nessun motivo per pensare
che sia davvero un pessimo film.
Mi faccio trasportare dalla storia:
è la mia vita sullo schermo ed è stupenda.
Vieni o morte quando vuoi,
non aspetto i titoli di coda,
mi basta avermi visto almeno per una volta
protagonista.

A-mare



Guardo il mare e ciò che gli appartiene
ci vorrei giocare ma sono piccolo
e come tale aspetto arrivi la stagione buona.

Guardo quella linea scura
che separa le cose di quaggiù da quelle di sopra
e immagino si parlino
come fa il babbo all'orecchio della mamma.

Ma io sono ancora qui attaccato a questa roccia,
come giocassi a nascondino,
non mi voglio far veder
perché io ancora non so amare
so solo guardare per vedere cosa succede,
un'onda, un pesce,una barca all'orizzonte.



Eccomi qui sono tornato
amore mio e ti sto ancora a guardare.
Nella vita ho fatto di tutto,
e di tutto ho saputo cogliere il meno buono,
di te m'è rimasto quello che gli altri
vi avevano lasciato.

Anche se si sono portati via tanto
tu sei così grande che chiedi solo
di avere pazienza
e allora eccomi qui senza più cose da nascondere
perché tutto quello che sono io te l'ho dato.

Vedo nell'orizzonte
il babbo e la mamma volersi bene,
sono l'unica delimitazione tra quest'acqua
in cui vorrei tuffarmi
e quel cielo fatto di vento
a cui vorrei asciugare..

Halloween 2

Bella la notte dei brutti

delle virtù nascoste

dei facili travestimenti

delle paure che prendono coraggio

e si fanno protagoniste.

E' la notte che ti giudica

con la testa di una zucca vuota,

è la notte in cui la luna si tinge d'arancione

è la notte in cui i sensi stanno a guardare.

Dentro una decorazione di cui mi sento parte

osservo da dietro una maschera

la digitale che illumina ma che non coglie,

un tal ricordo un poco mi conforta

e più la conversazione con gli amici

quasi un riconoscersi a occhi chiusi.

Di me parla oggi il profumo dei dolci e della cioccolata calda

a cui ho affidato le mie carezze

per una volta senza corpo e senza anima.

31 ottobre 2006

Non diamo i numeri

ven 27 ott

Ci sono inizi e inizi. Ogni inizio che cominci un capitolo nuovo vale essere ricordato voltando pagina; ci vuole un titolo, una parola per cominciare, ci vuole uno stacco rispetto ai precedenti, altrimenti non potrebbe avvalersi del nuovo progressivo nella numerazione sommaria. Ma ci sono anche inizi che sbagliano momento, sono l'inizio giusto al momento sbagliato. Come? Quali? Quando uno inizia a smettere di fumare a settant'anni o inizia a pensare ad un figlio a cinquant'anni, questo, secondo me, sono una buona ma ormai vecchia idea. Oppure quando si inizia a girare il mondo senza aver imparato prima a cammninare. Il mio inizio, quello che merita di essere ricordato è invece di un altro tipo, lo definirei l'inizio sbagliato al momento giusto. Esempi ce ne sono tantissimi: Come quando davanti ad una riunione per decidere il nuovo business plan dell'azienda, tu ti alzi in piedi e dici davanti a tutti quello che pensi che il tuo capo è una merda; oppure quando, mentre leggi dal pulpito della chiesa, dichiari a braccio il tuo amore per Luana, quella della terza fila a sinistra. Oppure quando molli lo splendido lavoro nell'azienda di famiglia, dicendo che è finalmente finita l'era della presitoria. Ecco, il mio inizio ci assomiglia. Il mio inizio capita in un momento della vita in cui la corrente sembra andare dall'altra parte, mi sento un poco salmone effettivamente. Per farla breve ho cambiato numero di telefono, e se non fosse per i miei genitori a cui l'ho dato, potrei proprio dire che oggi non ho più un telefono. Chiamerò senza essere chiamato, squillerà con la voce dei miei genitori, se non fosse per la forma, lo si scambierebber per un megafono.Ho già le mie prime grane. Una grana al femminile è per me come giocare a nascondino, c'è il pericolo di farsi prendere, ma alla fine è un piacere sgusciare, nascondersi, cercare assolutamente di scappare. Quasi un gioco, se preso per il verso giusto. Le donne vanno sempre prese per il verso giusto altrimenti son dolori, perché una donna è la parte di te che non conosci, è la costola che non hai più e che sa farti male, è la coscienza che spesso non ascolti. Per quello piace stare con le donne, è come recuperare le distanze con un modo di vedere le cose che non ti appartiene. In questo confronto, se sai giocare bene le tue carte, puoi non perdere, può finire in patta che nella vita è la miglior vittoria, non fa perdere nessuno e ti toglie dall'onere di dover affrontare la partita della rivincita. Dopo una patta, la storia può tranquillamente finire, come si suol dire "senza nè vinti nè vincitori".Questo mondo così insicuro non potrebbe rinunciare mai al telefonino. Altrimenti come si potrebbe vivere senza avere per giorni notizie dell'altro? Come si potrebbe organizzare un evento a più in là di 1-2 giorni? Come psi otrebbe vivere in diretta se non ci fossero gli sms? Il mondo di oggi, liquido per usare un termine alla moda, senza il telefonino non si troverebbe più, senza quel faro continuo di onde elettromagnetiche sarebbe come una nave alla deriva in una notte di nebbia.

sab 28 ott

Cambiando numero di telefono ho fatto un grave errore: ho mandato col nuovo numero un sms a tutti dicendo che non sarei stato più raggiungibile se non via email. Come pensate che sia rimasto quando mi sono visto arrivare il primo sms di risposta? E poi il secondo, il terzo e così via...? Sì, avevo oscurato il numero. Poi ho scoperto che se vale per le chiamte, non vale per i messaggi. Che beffa! Chi non ha testa ha gambe dicono, così sono tornato alla wind e mi sono comprato un nuovo numero. Che mi dicono sarà attivo, visto che oggi è sabato solamente martedì. Non posso chiamare nè essere chiamato. Vivo come in una terra di nessuno, in cui non vedo nessuno e da nessuno sono visto. Una terra troppo grande che il mio sguardo o le mie gambe non possono coprire. Non resta che affidarmi al silenzio e alla memoria. Penso agli amici che sono appena partiti per la vacanza, penso all'amica che si sente sedotta e abbandonata dalla mia voce. Penso alla festa di stasera, di cui mi rimanere impresso un intorno d'ora, un zona delimitata da non essere troppa grande e il dubbio che non ci sarà nessuno dei miei amici che non sono riuscito ad avvertire. In compenso non tendo l'orecchio per ogni ritmo melodico che sento, non prendo il mano il telefono come fosse una parte di me, non passo il tempo ad aspettare la chiamata che non arriva. Un passo all'indietro per l'umanità, ma un grande passo in avanti per me. L'importante è che il passo non sia più lungo della gamba. :-)

dom 29 ott

Cambiare numero di telefono senza darlo ad alcuno è un atto che influenza più la forma o la comunicazione?In questi giorni sto riscoprendo il silenzio, rivalutando il cellulare per quello che è: un elettrodomestico che, a differenza di tutti gli altri, è attivabile anche dagli altri. Un utensile controllabile a distanza, come la tv; differescono fondamentalmente per l'impossibilità di quest'ultima di trasmettere messaggi personalizzati. La tv, che sembra ti parli, ti guardi, ti seduca, come una puttana non si interessa di chi sei. Con la tv si ha un rapporto violento, la si può tener spenta per giorni, la si accende alle ore più improbabili, ci si "lascia parlare" senza necessariamente ascoltare, ha talmente tanti programmi che ti soddisfa sempre, non ci costringe mai. Il cellulare non è così. In primo luogo sa chi sei, lo dice a te e lo ripete in continuo agli altri. E' ansioso di avvertire al mondo quando finalmente hai un pò di pace e sei dentro quell'angolo che si chiama casa. Molte spesso non ti da una riposta ma ti chiede di rispondere. Soprattutto ti ricorda che lui è il padre di tutta la comunicazione, non c'è nulla che non sappia fare, l'unico strumento rapido, efficace che preserva il tuo corpo dalla fisicità di dover stare davanti ad una persona per interagire.Ho il cellulare spento. Ma tenerlo acceso in questi giorni non fa assolutamente differenze. Ho scoperto il piacere dell'attesa, quando hai un amico in viaggio e non sai nulla di lui; non sai cosa mangia, non sai che tempo fa, non sai neppure quanto ti sei perso a non andarci insieme. Non mi crogiolo nel dispiacere dell'essere rimasto a casa, nè nel dispiacere di sentirlo deluso. Ho scoperto la nostalgia dell'improvvisata, dell'andare a trovare senza essere atteso, della delusione di arrivare in una casa vuota. Piaceri ormai che il tempo ha cristallizzato in un passato neanche tanto lontano: esperienza che hanno il loro posto nei ricordi dei nostri nonni come dei nostri padri come in noi stessi, ma che, temo, non lasciarenno traccia in quelli dei nostri figli avvenire.

lun 30 ott

Sono giorni di pace e serenità. Sono in ferie, sento la voglia di uscire da un momento all'altro. Non ho nessun pensiero e quelli che mi rimangono del lavoro li ho fatti tacere per sempre. Il sole come sempre non riesce a contenersi, quando mi sveglio sulle prime penso sia arrivato finalmente l'autunno, ma basta sollevare un poco le tapparelle che ne sono investito in pieno. Sono in una fase di transizione tra un lavoro e l'altro, nessun problema in sospeso, nessun nuovo problema da creare. Sono come un signor nessuno, fossi scappato da questo mondo per rifarmi una vita sarebbe uguale. Oltretutto ho appena cambiato numero di cellulare e non l'ho dato a nessuno, mi sento davvero "Ulisse" :-). Una quiete artificiale, perché la vita di tutti i giorni non è così; quanto durerà?

Halloween 1

Vieni ad Halloween? Che fai per la notte di Halloween?
Domande che il mondo che sta da questa parte ha cominciato a sentire sempre più spesso. Domande che vengono da lontano. Domande che a molti sanno suscitare solo perplessità e imbarazzo. Meglio una poesia del Pascoli, che si conclude indicando novembre come la pasqua fredda dei morti, come mi recitava ieri una amica mia. Meglio la tranquillità delle tradizioni popolari, intendendo con popolare solo quello che appartiene al mondo che sta dalle nostri parti. Quanto grande sia questo mondo ognuno lo sa senza mai avere il coraggio di ammetterlo, sembra grande ma è solo un pò più piccolo del nostro corpo, quello che sta davanti, perché il nostro dietro direi non lo abbiamo mai conosciuto abbastanza.

Morte, perché non sei venuta a farmi visita?

Che fai o morte?
Perché non sei venuta a farmi visita?
Te ne stai lontana
mi giungono voci terribili sul tuo conto,
ma io non ti vedo mai.
Ti fai sminuire dalla cronaca
sempre più sdrammatizzante
dei giorni nostri.
Arriverà un giorno
che butterai giù la mia porta
e prenderai senza guardare in faccia nessuno.
Potrei tenere tutto aperto
ma non diminuirei l'irruenza della tua venuta.
Non resterebbe che darmi a morire
così... improvvisamente......
ma qui fiorirebbe l'ultima tua beffa:
nessuno ti potrebbe
impedire d'entrare a casa mia
perché è come se t'avessi
invitato io stesso,
arriveresti con lo stesso sorriso beffardo
con cui ne sei uscita trentasette anni fa.
Che fare?
Il biglietto l'ho pagato,
lo spettacolo è già cominciato.
C'è buio in sala,
mi guardo attornoe sono solo,
non ho nessun motivo per pensare
che sia davvero un pessimo film.
Mi faccio trasportare dalla storia:
è la mia vita sullo schermo
ed è stupenda.
Vieni o morte quando vuoi,
non aspetto i titoli di coda,
mi basta avermi visto
almeno per una volta
protagonista.

25 ottobre 2006

Qualità [by Andy]




Punto primo: le persone,
devi premiarle se son buone,
o punirle se cattive,
l’importante è che sian vive !!!

per secondo: le riunioni,
qui si scoprono i marroni !
se a decider non sei pronto…
meglio fare il finto tonto !

me se tonto sei davvero…
e lavori pure in nero,
forse è meglio non parlare,
ed agli altri puoi lasciare…

decisioni e scelte dure,
beh, ma sì ! che faccian pure!
Tanto al fin chi se ne importa,
che sia dritta o che sia storta…

Poi vediam: la gerarchia,
certo è un bene che ci sia,
che non sia troppo pesante
che sia pronta e assai scattante!

Ma coi tempi di consegna,
l’anarchia purtroppo regna…
cose zoppe ed incomplete
sono i “buchi” nella “rete”…

Che sia “intra” o “inter”-nèt,
va a finir come un cessèt !
e con forma un poco vacua,
meglio allor “tirare l’acqua” !

E passiam allora ai test,
e su questo non siamo i “best” ,
mettiamo infatti nei pericoli,
non solo i nostri, ma gli altrui testicoli !
Con la documentazione,
non vi è mai una proporzione:
scrivi tanto e, cosa ironica,
in questa “guida telefonica”

non c’è niente di concreto…
oppur sintetico e segreto,
lasci tutto all’inventiva
di chi legge (se ci arriva).

Ed ancor: tecnologia…
Pochi san che cosa sia,
tecnologico è il .Net,
il prototipo perfet…

…dell’analisi ad oggetti,
(più ne sai e più ne metti !)
Giochi poi col CSS…
E di errori fai una messe!

Ma passiamo alla passione,
che di tutto è il motorone!
Molto usata, va di moda…
(come il can muovi già la coda!)

Ma ciò che intendo è ben diverso…
“fa passiòn !” : è questo il verso !
Per mostrar che quesi programmi
Molto spesso sono DRAMMI !!

Il Percorso formativo…
non è poi così cattivo,
ma di solito (cosa grama)
è un percorso di gimcana,

e tra un workshop ed un corsetto
spesso è fatto per diletto
ma non serve quasi a niente,
salvo a sbrindolar la gente!!

La matita

La matita ti permette di lasciare un segno, di aggiungere oppure di togliere. Tenerla in mano è già stimolante: dà l’idea dell’accadere, ma non ancora dell’accaduto, del possibile, ma non ancora del certo, del sogno ma non ancora della realtà.

La matita ha bisogno di essere temperata e così di temperare l'animo alla parsimonia e prevenzione.

La forma della matita, il peso, l’impugnatura, ovvero la vita a contatto con noi giorno dopo giorno e giorno dopo giorno i tuoi occhi ne guaderanno il colore, la tua mano ne saggerà il peso e la tua bocca ne sentirà il gusto.

Se non hai nulla una matita anche misera sarà per te un grande dono, se sei ricco, allora la matita dovrà “in qualche modo” diventare per te unica. E del dovere, a ognuno il modo di trovar come.

Tempo

Il tempo devo gettarlo
come gocce di pioggia
un po’ qui e un po’ lì,
vorrei che ci fosse vita
in ogni cosa che faccio,
tutto cresce molto lentamente,
ma lentamente... cresce.

21 ottobre 2006

[Dalla ssccvizzzera] Dopo un po' di silenzio...

Ciao a tutti nuovamente,
dopo un po' di silenzio... finalmente!!! vi sarete detti... non il ritorno, bensì il silenzio ovviamente!!! ma ora sono qui, pronta a ritediarvi con i miei raccontini :)
Non è mica colpa mia se volete tutti venirmi a trovare... io ho solo il fine libero e se qualcuno mi viene a trovare non posso certo star qua ad aggiornarvi... in ogni caso ho appena ricevuto la bellissima notizia che a fine novembre mi verrà a trovare Elisa... la mia amica che ora è in OHIO!!! e già... ad ogni modo un consiglio spassionato a tutti... qui si arriva in TRENO, in auto è non stressante, di più!!! Me lo avevano detto ma questo fine qualcuno ha potuto confermarmelo... il caro Giulio è venuto a trovarmi, cosa che mi ha ovviamente fatto un immenso piacere, ma vista la sfacchinata in auto dubito che tornerà ;) quindi, impariamo dagli errori altrui, sentite a me e venite in treno che se vi prendete per tempo ci sono anche i biglietti in offerta, Milano-Berna a soli 19€!
Devo intanto comunicarvi che la mia ultima mail è stata un successone, tutti pronti a correggermi... la sesta puntata, ok, quindi ora dovremmo essere alla SETTIMA, GIUSTO? Dai, scherzo, molti si sono anche prodigati in utili consigli per l'acquisto della macchina fotografica che non è ancora andato in porto un po' per mancanza di tempo ma un po' anche per via dei costi strepitosi che hanno qui, le loro offerte sono comunque prezzi superiori a quello che pagherei altrove, quindi ora mi toccherà ordinarla su internet!
Ma veniamo a me... sono nel mio bell'ufficio, praticamente la mia seconda casa, davanti ad un buonissimo caffè (fatto da me, ovviamente) e una Berliner (ovvero un bombolone) strameritato perchè la tipa oggi in palestra inizialmente non aveva capito (o magari non mi sono spiegata bene io!) che non ho mai visto una palestra in vita mia e mi ha fatto fare tipo 15 min di bici :(( ad una velocità inaudita!!! si è accorta della gravità della situazione quando mi ha messa davanti a un attrezzo e... 10kg? ma siamo fuori? e come faccio? e ha quindi allentato la morsa!
In ogni caso sono ancora viva! un po' spezzata ma viva.... non so per quanto ancora, qui ragazzi il fine settimana è la morte dei sensi se non conosci nessuno, ve l'ho già detto che il sabato alle 16 chiudono tutti i negozi e la città si svuota come se ci fosse un cataclisma??? E' impressionante, prima delle quattro praticamente non si cammina a meno di pestare qualcuno e dopo sembra un cimitero...
Io, in ogni caso mi muovo un po' per vedere gente, il problema è che è anche un po' proibitivo... un caffè? 2,50€ grazie... una birra piccola? 5,50€.... e non hanno la cultura dell'aperitivo questi poveretti, qualcuno mi ha detto che fondamentalmente è perchè qui non esiste che uno non paghi qualcosa, quindi per un aperitivo, l'altro ieri, con 2 gin tonic, 2 birre, un po' di salame e formaggio abbiamo pagato... tenetevi forte... 38€!!! pure senza scontrino, sti bastardi che poi son tutti precisini... addirittura volevano introdurre una legge con una consumazione minima di 5franchi, ovvero 3,50€ circa perchè altrimenti i gestori, poveri, non rientrano nei costi... fortuna che non l'hanno approvata.... uff... scampata bella!
ma vabbè dai, paese che vai... cosa volete, è anche vero che nella maggior parte dei casi gli stipendi sono adeguati, però per una poveretta abituata a ordinare uno spritz-aperol per 3 forse 5€ nei posti chic e a cenare, capirete che è un colpo difficile da gestire!!! Cos'altro dirvi? Lo scorso fine ho visitato la città, assieme a Giulio e questa settimana è volata, non so come, di solito è un'agonia... chissà, forse questo lavoro comincia a piacermi... è meglio che non mi ci affezioni molto va, anche perchè sul lavoro è appunto tutto figo, ma poi fuori è ancora dura... però dai anche la mia coinquilina, Andrea (già si chiama Andrea) è molto alla mano, ci divertiamo insieme... tutte e due buone forchette, peccato che lei sia vegetariana e si perde il mio ragù...e con la piccola differenza che io sono come sapete e lei è 1,84m per 60kg e qualche... insomma una stangona che quando mangia la picchierei... :()
Oggi però è arrivata la nostra nuova coinquilina, il giusto mezzo, 1,65m per 80-90??? giù di lì, non glielo abbiamo ancora chiesto :)
Direi che vi ho tediato abbastanza, no? Se siete arrivati alla fine però è già un buon segno...
un bacione enorme...
PS il fine del 12 sarò in Italia, c'è la mostra impressionista a Brescia :) che non voglio assolutamente perdermi!!!

20 ottobre 2006

Un bricco presto e poi si vedrà

Il contadino se ne è andato
con il sole d'estate a picco
forse giù da un prato
a inseguir l'ultimo chicco
oppure l'amor a perdifiato.

Non sapremo mai la verità
se da solo vendemmiò oppure no
eppur questa poesia fu finita
quando con gran passione l'amò
e la vendemmia fu riuscita.

Tutta quell'uva la raccolse
con baci e carezze
e finì coi piedi al vento
con in mano calde ebbrezze
e nel cor un dolce fermento.

Lui l'amò, ma a noi non disse
che una parola: ecco il vino!
Ecco padroni miei ve l'ho portato!
Eeppur come oro fino
avea stillato l'amor senza il peccato.

Finita l'estate discese l'autunno
e lui che contadin non era
rimase seduto ebbro e d'amor ricco
a guardar noi sera dopo sera
brindar ciascun col suo bricco.

Ora è giunta un'altra estate
ed il vino è come l'amore
non si conosce in anticipo come sarà
forse buono, dolce o insapore
un bricco presto... e poi si vedrà...

19 ottobre 2006

[Diario di guerra] Cronaca di una morte annunciata

-11

E' una strana giornata, avete presente l'atmosfera durante un'eclissi? Un poco le assomiglia. In questa mattina di ottobre, lontano dalle dimissioni come un turista dalla cartolina appena inviata, mi godo la giornata. Devo fare tanto o poco? Credo di aver già dato, ormai sarebbe tardi per dare di più. Però sono in tempo per riposare e godermi gli ultimi giorni. Ho messo un limitatore all'acceleratore perché il paesaggio vale. Ah, arrivano le prime schermaglie col capo. Che fare? Rispondere a tono? Oppure lasciar correre? Non so... aspetto la prossima schermaglia. Lasciar correre è stimolante, perché l'unico sforzo che ti viene chiesto è non pensare a niente. Mentre se pari le schermaglie devi lottare e lottare = pensare. Visto che mi sento in vacanza.. perché pensare? :-)
Mancano ancora meno di due ore e la macchinetta del caffè ha appena gridato vendetta mangiandomi 20 centesimi. Sto per andare via e anche il distributore automatico mostra segni di insofferenza.

-10

Oggi telefonerò in ditta per vedere se è arrivata la lettera di licenziamento. E poi parlerò con il mio capo qui al [...] Non sono ancora capace di fare previsioni, ma sono capace di figurarmi gli scenari possibili.
Sicuramente ci sarà sorpresa e sconcerto per il tempo di preavviso che è inferiore alla metà di quello stabilito dal contratto. Poi le possibili reazioni sono di due tipi: incazzoso e menefreghista. Il primo porterà ad una serie di invettive, strali, tuoni e fulmini. Il secondo invece denoterò quanto si sono parati il culo in anticipo. Un'azienda seria sa fare previsioni. Ma è specializzata anche nel cazziare. Comunque la legge è dalla mia parte.
Bello sarebbe che mi chiamassero e dicessero:

abbiamo saputo che te ne vai, ci dispiace molto. Perché non ci ripensi? Come mai te ne vuoi andare? Cosa possiamo fare noi per tenerti qui? Comunque il lavoro è lavoro: tu devi seguire la tua strada e aspirare sempre a migliorarti e a trovare un ambiente dove poter dare il meglio sempre. Ci dispiace che qui non ti sia trovato come te l'aspettavi, ma sai, questo è un ambiente complesso e non sempre si riescono a dare quegli stimoli e quegli incentivi di cui la gente ha bisogno. In questo ti chiediamo scusa, anche se sappiamo che è troppo tardi, visto che la tua determinazione giustamente ti porta ad andare avanti nella strada prescelta. Ti auguro personalmente un in bocca al lupo per la tua carriera e se un domani passassi di qui, ricordati di fare un saluto. Grazie.

Secondo voi andrà così? Saranno queste le parole che usciranno dalla bocca dei miei capi? Si accettano scommesse.

Ah, dopo ci sarà l'ennesima puntata della saga: "vediamo se funziona". Riassunto delle puntate precedenti: il giovane eroe vuole convincere tutti di riuscire a realizzare i loro sogni, peccato che i sogni non si ricordano mai [= nessuna specifica, nessuna documentazione]. Oggi avremo la puntata dal titolo: "Vedo non ti vedo": il sogno della settimana è modificare un'applicazione web per visualzzare un dato sotto opportune condizioni. Riuscirà nell'intento? A tra poco....

P.S.
Non so ancora se hanno saputo delle mie dimissioni, la giornata è soleggiata, non piove, non fa troppo freddo... questo mi fa capire che Dio lo ha saputo e non ne ha fatto un dramma [anche se mettono brutto per giovedì :-)]

-9

Dove eravamo rimasti dunque?
Che avrei dovuto telefonare in [...] per sapere se le mia dimissioni erano arrivate? Hanno telefonato loro.
Che avrei dovuto parlare con i miei capi al [...], che mi avevano pure cercato in mattinata mentre ero in sala prove? Alla domanda: mi avevate cercato? mi hanno riposto di no, a quel punto mi sono sentito libero.

-8

Ieri sono andato a parlare con [...]. Ho scritto bene: non con Tizio o Caio, ma proprio con [...], affinché voi vi immaginiate che io abbia avuto un colloquio con un'entità unica, un pezzo fuso con un solo stampo, una specie di Golem, se vi piace la fantascienza. Se sono qui che vi scrivo vuol dire che il Golem non mi ha mangiato. Solo perché non aveva appetito.
Il Golem ha sentenziato: là fuori ci sono i lupi, qui nel recinto si sta bene. Il discorso del giorno -10 viene così riscritto:

da te non ce lo aspettavamo... ma ci dici almeno in che ditta andrai? Perché tu sei una persona sensibile e non vorremmo che la nuova ditta si approfittasse di te... a proposito come dicevi che si chiama la nuova ditta? No perché noi pagheremmo anche poco, ma paghiamo sempre in perfetto orario, mica come altre ditte che ti pagano 8 mesi dopo. Non so la tua ditta, che non è la Diginet vero? No dico, non so la tua ditta... però ti hanno fatto un'offerta economica che ci fa pensare che ci sia sotto qualche cosa di poco pulito... Comunque cerca di stare attento e di non andare dai primi che ti fanno una buona offerta, perché anche nel selvaggio mondo del mercato ci vuole una certa etica..

Mentre tornavo a casa in maccina pensavo che è stato un discorso eticamente bello, sintatticamente perfetto, economicamente da terzo mondo. Il lupo qui non si avvicina manco se muore di fame.

-7

Mancano 7 giorni.
In sette giorni Dio ha fatto il mondo, ma io in sette giorni non lo posso cambiare. Quello che è fatto è fatto.
Non mi posso lamentare eppure nell'aria sento il fremito del mondo che sto per lasciare, come un Saturn che fa tremare la rampa di lancio.
Agitarsi non serve a nulla, ma è inevitabile. Guardo verso le stelle, ma è ancora giorno. Il portellone è ancora aperto, via vai di gente per gli ultimi controlli, ma il mio corpo è saldamente avvinghiato al sedile. Tra sette giorni sarò nello spazio e non tornerò indietro: questo lo sanno, per questo mi lasciano andare.

-6

Relax formato famiglia!
A casa dai miei a fare la consueta prova divano. Anche questa volta è andata bene, il divano ha fatto il suo egregio compito, complice la copertina, dipinta col cielo d'ottobre, grigissima!

-5

Siamo alla domenica del dolce far niente. Per cui mi lascio coccolare dal caldo della giornata, dalla compagnia che mi guida in una rustica fattoria e dall'arte che questo giorno vi si è data appuntamento: sono assieme al mio circolo degli "amici dell'arte", faccio parte anch'io delle tante opere che oggi sono qui esposte, mi sento come un dipinto su vetro, a tema floreale dove lo sfondo nero fa risaltare le splendide foglie. A ben guardare questo sfondo che si mangia tutti i colori riflette invece lo sguardo della gente che, inavvertitamente, si ritrova a vivere dentro di me.

-4

Sono davvero stanco, la concentrazione, beata lei!, è andata a puttane.

-3

Ma questo raffreddore incipiente non poteva arrivare una settimana fa così questa sarei potuto rimanere a casa?
:-)

-2

Vedo il traguardo, ma occorre finire la corsa.
Stringo i denti, ma mi rimane ancora il sorriso dei giorni migliori.
Mi guardo attorno, fisso le cose migliori perché non le voglio perdere.
Nella confusione dell'arrivo la certezza che dopo il traguardo ci sarà lo striscione di un'altra partenza. E tra un arrivo e la partenza un tempo che forse non so più vivere.

-1

Sento la presenza pungente degli altri, non so se mai vi capita qualche volta. Ci sono persone che ti stanno accanto con il profumo di un fiore, oppure come un albero ti fanno salire e vedere lontano. Spesso invece siamo impigliati in un groviglio di rovi, più ci dimeniamo e più facciamo fatica ad uscirne.

0

Cari colleghi,
vi saluto a modo mio, con le parole.

Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro. Al Lloyd come all’Euris. Ho cercato fortuna altrove, spero di allungare il mio curriculum, senza renderlo ripetitivo. Una cosa però è certa: rimarrò almeno un anno ancora a Trieste. Poi si vedrà.
Tento di ringraziarvi uno per uno, cominciando dalla mitica Raffa! Ciao Raffa! Hai addolcito il mio ingresso al Lloyd e mi hai sopportato per un lungo anno. Mi sono trovato bene con te, abbiamo litigato [litigato si fa per dire] solo una volta se non ricordo male, ed era per la storia del telefono. Hai presente? :-P In stanza si stava bene, ti ricordi cosa dicevo ogni volta che entravo? :-)
Di rimando, un caro saluto anche a te Silvia, come potrei dimenticarti? :-)
Un salutone ad Enrico. Ciao Enrico! Se non ci fossi stato tu con le tue idee elettroniche! mi sarei dimenticato la differenza tra un condensatore e un'induttanza. Comunque grazie, perché più di altri mi hai capito. Che dire poi del grande Robert! Abbiamo condiviso tante cose, dai consigli su come scrivere del buon codice ai discorsi sulle donne. Purtroppo le donne non si possono codificare! E adesso saluto il buon Andrea, di cui ho avuto il piacere di conoscere la vita privata, affascinante come un prisma sotto la luce del sole. Saluto con un inchino il buon Solferino, sempre gentile ed educato, uno dei pochi che si accorgono [o si dice che si accorge :-)] dei miei errori grammaticali, assieme a Michele! Ciao Mike, senza la y vero? :-) Mi hai fatto capire la differenza che c’è tra dire ho finito e dire: ok adesso funziona. :-) Salim! Se non fosse stato per te, non sarei venuto al Lloyd vero? Mi hai dato i consigli giusti il giorno dell’esame. E il consiglio che mi sento di ricordare, a modo mio, è: non sarà bello, ma almeno funziona! Comunque caro Salim, quando sentirai la parola Merge, ti ricorderai di me! Caro Davide, vecchia quercia, del 69 come me. Ma se uno del 68 si dice sessantottino, uno del 69 come si dice? Porco? :-) Grazie per aver condiviso con me molte confidenze. Un saluto a Marco DR, potresti benissimo fare in modo che l’ide formatti il tuo codice col colore blu. E passiamo nell’altro corridoio, cara Monica, grazie per la gentilezza che al telefono è difficile esprimere con la voce, ma tu ci sei sempre riuscita benissimo.
Non ho nominato tutti, ma di tutti porto un ricordo o un’esperienza piacevole.
Un grazie gentile e, anche se Alessandro dice di no, un bell’inchino non fa male a nessuno. Alessandro, ste donne! castigale tutte! :-)

Grazie, Fabio.

[Dagli IUESSEI] La macchina della discordia


Come dicevano i nostri avi: “si stava bene quando si stava peggio”.
E mica avevano tutti i torti.
Da che sono nel Long Island, (perche’ tutti credono che io sia a NY ma in realtà il cantiere e’ in un paesello chiamato Roslyn. Pero’ fa piu’ figo dire NY, ndr) me ne stanno capitando di tutti i colori. Fan Cina!
A parte a tutta una serie di contrattempi ed inconvenienti vari per i quali quel maledetto Murphy ci mette sempre lo zampino malefico, dicevo l’ultima,….ma non fidandomi del “maledetto”….aggiungo…..in senso cronologico, ha dell’incredibile.
Stavo aspettando l’auto “ufficiale” della ditta (nel frattempo giravo con quella a noleggio).
Sennonche’ l’arabo,…….un mio “carissssimo” amico libanese….e mio ex capo a San Diego, la spedisce da casa sua (la usava lui) con 3 settimane di ritardo.
Quando arriva a destinazione? Ovviamente di domenica giusto per rovinare la giornata. In fretta e furia la vado a parcheggiare in strada.
Varda de chi e varda de la’…non ci sono cartelli. Bene. Affare fatto!
Scappo dal luogo del delitto e mi fiocino sulla mia Malibu’ (l’auto a noleggio temporanea) per tornarmene a casa. Con la coda dell’occhio intravedo una tipa uscire da una casa circostante e guardandomi con sospetto si prende pure un “che cacchio vuole sta vecchia!”.
Siccome e’ un “cesso” di macchina (e’ una Ford Focus berlina mille e 4 che in Italia non esiste perche’ non la comprerebbe nessuno. Diciamo….la paragonerei alla vecchia Zastava o meglio alla Fiat Duna, Fan Ciullo!) dicevo, mi metto alla ricerca di un mecca che la possa sistemare per bene (alla fine spendero’ 800 dollari).
Faccio un giro di telefonate per le varie autofficine ma riesco a trovare un buco solo al mercoledi’ (4 october).
Ok, va bene.
Cosi’ serenamente come il bravo bambino di scuola vado a lavoro, torno a casa, bla bla e bla bla, guardo di striscio la mia futura carioletta. Tutto a posto, c’e’!…che sfiga!!
Sennonche’ il 4 oct. vado a prenderla per portarla dal mecca e cosi’ restituire la Malibu’.
AffanCiainaaaaa!
Sul parabrezza c’era non una, non due e neppure tre, ma bensi’ 7 multe con tanto di richiesta di apparizione alla Corte di Roslyn di fronte al giudice Santi Lichieri di turno.
Sono spacciato! L’inglese lo parlicchio ma i termini tecnici e poi….ma perche’ dal giudice: non ho fatto male a nessuno.
Intanto le 7 multe segnano i loro bravi 210 dollarini e gia’ mi viene male.
Controllando bene mi accorgo di un fatto strano: il 2 ottobre i pulotti mi hanno messo 4 multe, dalle 5:25 del mattino alle 5:52 del mattino stesso; il 3 ott. la comparsa di fronte al giudice ed il 4 ott. altre due multe sempre alle 5:30-5:50 del mattino (generalmente arrivo in cantiere alle 7).
Chiedo a destra e a manca cosa devo fare e impanicato mi dirigo al tribunale. Li’ un’altra vecchia mi chiede gentilmente che volevo.
Le faccio vedere il malloppo di multe: “eh,…pero…sono tante!” mi dice.
(Mortacci sua, lo so!) “Si ma mi scusi non c’e’ nessun cartello che vieta il parcheggio”.
Lei non puo’ parcheggiare dalle 3 alle 6 del mattino in nessuna strada della cittadina anzi del “village of Roslyn”. Tutti lo sanno.
Listen, grandma, (senti nonna) mi son “foreing”, straniero. Sono appena arrivato dall’Italia: come zio Canterbury faccio a sapere che c’e’ questa regola se non c’e’ scritta da nessuna parte? (E come cercare di ottenere il lasciapassare A38 di Asterix).
I’m so sorry ma le regole sono regole, mi dice piu’ o meno.
Lei, mi fa, avrebbe l’udienza il 24 nov. Se vuole le combino l’udienza per il 10 ottobre.
E va beh, se devo finire dietro le sbarre mi sta bene anche anticipare cosi’ mangio a gratis.
Le faccio notare le 4 multe in un giorno: come e’ possibile?
E mi fa un “ooppss”!
A-haaa il freaking pulotto ha cannato!!
Il giorno prima mi ripasso la lezione: sono italiano,….non so l’inglese…lavoro per costruiVi un ponte…e sono gli italiani che nuovamente vi costruiscono l’america,….tengo famija…ecc.
Arriva il giorno fatidico.
Entra dentro il giudice, il controgiudice, il portaborse del giudice, lo stenografo (che figata, come nei film!!!) e ovviamente la vecchia.
Chiamano il mio nome e addirittura, (credo sia stata colpa della vecchia) mi chiamano Franklin e non Francesco.
Mi presento alla sbarra, e gagliardamente saluto er judge e gli dico: my first name is Francesco e sono italiano……..and you are a freaking american! (questo l’ho solo pensato).
Devo fare lo spelling allo stenografo e cavoli, nome piu’ cognome facciamo gia’ 19 lettere ed e’ pure un casino con le loro vocali maledette.
Cerco di spiegare al judge ma lui mi stroca subito dicendomi che qui non siamo in Italia per cui… Insomma non ho via di scampo. Parla tutto lui con tecnicismi del gergo forense…per cui… capirai!
Provo ad interromperlo perche’ non riuscivo a capire una frase e poi sto “mmerican” parla veloce!!
Mi fa seccamente: “se non capisce torni la prossima volta con un suo amico o con un traduttore”.
Si ma scusi “puo’ andare piu’ piano”, please (non mi andava di rivedere quel puerco ancora una volta).
Sbuffando mi ripete e intuisco che se mi reputo colpevole allora devo affermare “yes” e cosi’ accetto di pagare la multa. Se dico “no”…mi incasino la vita per sempre.
Per 4 volte ripeto che sono colpevole e “giurin giurello” non lo faro’ piu’.
Poi mi fa, le altre tre multe,…te le annullo.
Come e’ umano!
Paga subito o domani?
Domani.
L’indomani torno. Incontro la vecchia. Dico: pago il ticket.
Ah, great! Mi risponde.
Quindi sono $120 anziche’ $210 perche’, mi dice, c’era l’errore nella data di tre multe.
Allora avete cannato! Ma….ma……allora significa che non avete avuto neanche un po’ di compassione?
Un bel big Fan Ciaina imperiale della dinastia Ming ci sta a piene mani, mmericans che non siete altro.
Pago, mi volto e non saluto neanche la vecchia, la quale credo ci sia rimasta un po’ male ma mi aveva fatto girare le sfere.

12 ottobre 2006

[Dalla ssccvizzzera] 5???

Ciao!!!
Non ricordo più a che puntata siamo, aggiornerò la prossima volta... ho come al solito il tempo contato, finora ho dato un'occhiata a un sito di macchine digitali... che noia ste cose tecnologiche, è bello e comodo averle ma sceglierle... :(
Se avete qualche dritta o un modello che già usate e che secondo voi è buono, beh, accetto consigli e suggerimenti. Dopo il viaggio in Italia sono rinata, vengo al lavoro più volentieri, per quanto alzarsi al mattino è comunque dura e giungere fino a quest'ora un calvario... dopo le 16 non rendo più e devo comunque star qua, vabbè, peggio per loro che mi pagano comunque!
Ovviamente il viaggio in Italia è stato anche stressante a causa delle 30ore di viaggio che mi sono sparata nel giro di 5 giorni, però ha pagato, grazie alla vostra calorosa accoglienza :)
e senza scendere in particolari, aggiungo che Andrea ha contribuito molto... beh, anche il fatto che mi sono liberata del peso concorso, che ovviamente non ho passato :( però è stata comunque un'esperienza positiva, intanto ho visto come si fa un concorso (ovvero è inutile che rimugini su una domanda che non sai tanto non la sai e basta e il tempo scorre) e poi ho rivisto colleghe della vecchia guardia e addirittura uno del liceo!!!
Ora però la sera, dopo il lavoro sono un po' spaesata, non avendo più un obiettivo preciso devo trovarmi qualcosa da fare... beh, martedi prossimo vado a fare un'ora di prova palestra, almeno mi muovo un po', altrimenti rischio di impigrirmi sempre più e con tutti i dolci che ci sono qua in giro ci sta che potrò rimettermi i vestiti vecchi :) non preoccupatevi, ovviamente non andrò solo in palestra, intanto fino a martedi ho già due serate birra organizzate più una colazione in una fantastica pasticceria dove porterò chiunque venga a trovarmi perchè è imperdibile! e quindi è anche un po' una questione di compensazione, va bene la birra ma anche un po' di moto non fa male.
Questo fine settimana mi trasferisco di stanza, va via una delle mie coinquiline e prendo il suo posto, questo mi eviterà di comprare i mobili già che li ci sono ben 2 armadi a muro :)))
Un abbraccio a tutti
fra

[Dall'isola pantersca] Diario Pantesco

Sabato

Ci provo a dormire, ma come fare? I pensieri sono tanti, alcuni sono freschi, e sanno ancora di labbra baciate, di seni accarezzati e di sguardi da vicino così da vicino da sembrare più profondi di qualunque rapporto si possa avere. Nasce così la mia ultima notte prima della vacanza, piena di pensieri freschi e di pensieri congelati, che alla mattina alle 520 cominceranno il loro lento "defrozen". Suona la sveglia, ma a quell'ora sono già in piedi, umido e senziente. So esattamente cosa fare, tutto è stato programmato e la mi partenza non lascerà a casa niente di essenziale, ma tutto quello che mi servirà verrà con me. Porto tutte cose che non potrò lasciare nell'isola e che mi riporterò a casa. Pensate che forse possa succedere il contrario? E io cosa gli potrei portare che non hanno già? Forse la mia bella faccia vale di più di un tramonto o le mie parole cosa sono di fronte ai millenari grazie della gente passata di là?

Sono fuori che aspetto e non vedo arrivare nessuno. Dovrebbero venire a prendermi. Quando si è in anticipo si vorrebbe che anche gli altri lo fossero e quando si è in ritardo pure, ci cerca sempre di vivere situazioni in cui ci si possa incontrare al momento giusto, nel posto giusto. Quante volte siamo arrivati un attimo prima e nell'attesa abbiamo cambiato idea? Non oggi, no. Non se ne parla di cambiare idea. Approfitto del tempo in più, quei dieci minuti guadagnati alla sveglia per farmi la doccia, per andare a cercare parcheggio. E' la prima volta che cerco parcheggio alle cinque di mattina e sono cazzi. Dovendo spostare l'auto perché in mancanza di soldi per pagare la multa al ritorno, giro tutt'intorno al quartiere e poi, trovato un buco nel punto meno in vista e più lontano da casa mia me la dò a gambe, perché io non voglio arrivare in ritardo, voglio essere la persona giusta al momento giusto, quando verranno i miei compagni di viaggio a prendermi per andare all'aeroporto. Li faccio entrare in scena ora, giustamente le prime luci le ho volute per me. Ora, vi faccio una domanda: con chi sarebbe meglio non andare in vacanza? Scartate le persone che non sopportate, troppo banale, scartate i vostri genitori, scontato, scartate tutti quelli che non conoscete e cosa rimane? Non so voi, ma a me rimangono i genitori della ragazza del mio migliore amico. Non sto scherzando. Qualcuno si è divertito a prendermi in giro, qualcuno mi ha detto che non era proprio il caso, visto e considerato che mi adorano e che la figlia è bellissima e che tra il migliore e la bellezza ogni tanto volano oggetti non identificati. Ma che ci posso fare? Spiegare come è nata la scelta di partire insieme è una domanda difficile da rispondere, pari a quelle del tipo: dove andiamo, perché siamo al mondo.. eccetera eccetera. Quindi lascio ad ognuno di voi il compito di andare indietro nel tempo e di arrivare al punto in cui è nata questa pazza idea. Nel vostro viaggio attraverserete serate passate a fare apnea con Alessandro, a mandare sms alla ragazza con quel senso di: Alessandro capirebbe?, alle serate passate a casa di Giovanna e Giorgio a mangiare il gelato a ore impossibili e, sempre, prima di avere mangiato qualunque altra cosa. Ecco in questo mio mondo, fatto ma proprio fatto, è nata la pazza idea di una vacanza a tre. Mentre sto scrivendo la storia è andata avanti e mi trovo a fare il check in. Per fortuna che c'è Giorgio che oltre alla valigie prende in mano anche la situazione e mi consola con i biglietti in mano. C'è lo fatta! La mia prima prenotazione via internet è andata bene. Non avevo dubbi solo poca fiducia. La vita si prende sempre la briga di non reinventarsi del tutto e quando può riutilizza scene già collaudate, come quella di quando sei al confine e ti manca la carta d'identità e devi tornare indietro. Si lo so, non è la stessa situazione, ma che importa? Tutto riaccade sotto mentite spoglie, come dicevano gli antichi, niente di nuovo sotto il sole.




Stiamo per salire e abbiamo in tre già 4 quotidiani, che si riveleranno particolarmente utili al ritorno per avvolgere le bottiglie di passito. Il mio amico Giorgio è un lettore nato e sono sicuro che se saltasse in aria il mondo a lui non gli si romperebbero gli occhiali come allo sfigato di "Ai confini della realtà". Lasciamo la fine del mondo per un'altra volta. Mi allaccio le cinture e parto per la Perla Nera del Mediterraneo. Non vorrete che vi racconti il viaggio da Trieste fino a Pantelleria spero! Però un giorno spenderò un due parole per spiegare che cosa provano i ragazzi di Palermo quando guardi con l'occhio clinico la loro ragazza che con naturalezza porta a spasso le sue gemelle. Ho voglia di arrivare, ho voglia di baciare come giovanni paolo secondo il suolo nero pantesco e in particolare, secondo il mio stile, la pelle pantesca, possibilmente abbronzata e giovane.
Sono appena sceso dall'aereo e mi dicono che non posso fare foto. E allora che cazzo sono venuto a fare? Gli dico che io un tramonto così non l'ho visto mai e la ragazza in uniforme, abbagliata dal mio viso candidamente biancastro, mi risponde che avrò tutto il tempo per farlo fuori dall'area militare in cui mi trovo. Io le credo, faccio un altro scatto, ma la guardo negli occhi e le credo.
Sono finalmente in camera, come mamma mi ha fatto. Guardo le pale del soffitto che girano e mi alzo in piedi per spegnerle. Non fatemi girare la pale, ho pensato, visto che c'è il condizionatore usiamo quello. Imposto la temperatura sui 20 gradi. Di notte mi alzerò con il mal di gola, ma chi se ne frega, adesso sto in un'isola al caldo dentro una stanza fresca, cosa vuoi di più dalla vita? Una settimana da vivere, ho pensato... e allora porto la temperatura a 23, che lascerò fino all'ultimo giorno. Sono arrivato, ho portato con me sono cose materiali, nessun pensiero, nessuna idea, sono profondamente vuoto, come una spugna appena comprata.

Domenica

Sarà stata la stanchezza del viaggio o forse la lontananza dal mio mondo di tutti i giorni così iper attivo, non so spiegarmi altrimenti come ho fatto a dormire così bene. Cosa che non mi ricapiterà più, nei giorni avvenire le notti mi sembreranno lunghissime, farò un sacco di cose nelle notti seguenti e tutte queste disteso su di un letto a due piazze con la luce magica della notte che non arriva ma che ti sembra di vedere da un momento all'altro. Vi capita anche a voi? VI svegliate quando manca molto all'alba eppure se guardate il cielo vi sembrerà di scorgere i primi segni del risveglio del sole. Ne siete certi, almeno stando a quella luce che sembra nascere all'orizzonte. Così sono state tutte le mie notti nell'isola, una luce che qualche cosa di bello stava per nascere ancora prima che nascesse, la sensazione che la vita stesse per esplodere da un momento all'altro e io volevo esserci fin dall'inizio! Le mie notti passate a non pensare a niente, affidate esclusivamente ai miei sensi di animale fuori dalla sua tana. Gli animali non vanno in vacanza, ma se ci andassero vivrebbero di più: saprebbero la differenze che c'è tra sopravvivere e vivere sopra, tra preoccuparsi e occuparsi per qualche cosa di nuovo, tra sorvegliare e vegliare sopra... come sto facendo io, su questo ancora candido letto bianco.

E' domenica, giorno del Signore, in cui si riposò e, nello stesso tempo, fece riposare gli altri. Perché io alla domenica non voglio fare assolutamente niente e ora che sono in vacanza su un'isola mai vista prima, nemmeno nelle carte geografiche, devo trovare il modo per assecondare questo senso atavico del domenicale dolce far niente. Decido di prendere il primo passaggio per Pantelleria, che ha lo stesso nome dell'isola, come Rodi, la mia ultima vacanza isolana, e portare per le sue viuzze il mio niente. Mi farò trasportare dall'amabile profumo che pervade ogni via e ogni dove e starò al suo gioco: utilizzare tutti i sensi, ma in modo che vengano eccitati uno alla volta e mentre uno è sotto tiro gli altri devo capire da che parte arriva la sensazione. Parto assieme a Giorgio e mentre mi sistemo nel pulmino, mi arrivano già i profumi della cucina. Il gioco è già iniziato prima del previsto, e io seduto su un treno che ha già preso la sua destinazione, guardo la stazione che si sta allontanando da me e cerco tra i profumi di pesce spada e spaghetti alla calabrese, il suo odore. L'ho vista la sera prima a cena, è la donna perfetta per un uomo maschio che ha una vita sentimentale pari a quei bazar africani pieni di qualunque cosa, io che invece amo il negozio dedicato! Chiudo gli occhi e la penso e per un attimo la rivedo, non so se capita anche a voi di riuscire per una frazione di secondo a materializzare nella vostra mente l'immagine della persona a cui stavate pensando. E la immaginate talmente bene che se quell'attimo durasse il tempo di farvi uno schizzo su un foglio di carte avreste una foto. Mi sono sempre chiesto perché la mente gioca a nascondino con noi, ci fa rivedere episodi bellissimi della nostra vita, ma poi li tiene nascosti per gran parte del tempo, lasciandoci solo un vago ricordo. L'importante comunque è stata rivederla e appena tornerò a pranzo rafforzerò questa sua immagine con altri particolari. Non ricordo se è alta o magra e che misura di seno porta. E poi devo accertarmi che mi abbia visto, voglio incrociare il suo sguardo e fissarla quel tanto che basta, come dicono i libri di psicologia, per riuscire ad oltrepassare la retina e arrivare direttamente al cuore.

Lo scossone del pulmino in partenza mi riporta alla realtà, guardo Giorgio che mi sorride, guarda gli altri che mi sorridono, guardo la natura che mi sorride, sono io al centro dei sorrisi, ho rubato la scena, ma poi, giustamente, la ridò all'isola con i suoi colori, le sue strade che la solcano come chi passa tra la folla facendosi solo lo spazio necessario, con il suo mare ricco di blu che si perde nell'infinito e con lui il tuo sguardo. Abbiamo due ore di tempo per visitare il centro principale di Pantelleria, ho sempre la mia panasonic in mano e questo tempo lo farò diventare eterno, potenza della fotografia! Non ricorderò a fine vacanza di come sia riuscito a fare oltre milleduecento foto, però una cosa è risaputa: io ho il clic facile. E siccome non mi va di perdere tempo al computer rielaborando le foto, tagliando ruotando colorando, cerco di fare tutto con la mia digitale; ecco allora che la foto del vecchio che si fuma la sigaretta davanti ad un fiorino arrugginito per l'aria troppo salmastra dell0isola, lo ritraggo provando e riprovando ad avvicinare ed allontanare lo zoom, mentre guarda verso destra e mentre guarda verso me, in bianco e nero e a colori, mi sembra di essere un novello Andy Wharol. Le foto sono uniche anche quando ritrai una persona che si è messa in posa, perché se ne fai due e le guardi da vicino trovi delle differenze importanti: a volte basta l'angolo della bocca leggermente diverso per propendere verso un "come sono felice questa mattina" oppure verso un "che cazzo di vita". Anche i particolari fuori dal soggetto sono determinati per una buona foto: se in quel momento passa la figa in minigonna allora interpreti il sorriso alla prima maniera, se invece il paesaggio si sofferma sulle solitudini che un isola porta sempre con se allora sei più propenso a pensare che in effetti quella vita, a settant'anni suonati possa concludersi anche con la sensazione di aver fallito.

Riprendo la via del ritorno e con Giorgio ci capiamo al volo: caffè! Entriamo nel bar più vicino e aspettiamo il nostro turno. Non posso che guardarmi in giro facendo ruotare il mio sguardo attorno alla commessa: è lei il centro di tutto il locale. Alla sua sinistra ci sono delle buone pastine tipiche, alle mandorle, ne assaggerò una così gustosa che il mio cervello le riserverà un posto d'onore nella tribuna vip dei Very Interesting Product della mia vita. Proseguo con gli astanti che stanno aspettando di pagare alla cassa, hanno lo stesso sguardo concentrico che ha il mio, solo che loro sono da più tempo di me qui e il loro occhi hanno ormai fatto sosta sulle avvenenze della proprietaria. Poi guardo il mio amico che cerca di capire quando è il nostro turno per ordinare; vicino a lui altri personaggi dell'isola - scuri come le rocce vulcaniche, bassi come i vitigni di passito, solari come questi raggi africani - aspettano il loro turno; prima di tornare alla commessa butto l'occhio all'interno di uno stanzino, da dove presumibilmente escono le delizie che abbiamo sotto gli occhi e vedo un'ombra muoversi. Allora capisco tutto, capisco di aver sbagliato immagine: non un cerchio commessa-centrico, ma un ellisse dove lei è uno dei fuochi. L'altro opera nell'ombra e non riesco a vedere se si tratta di un uomo o di una donna. Nella vita c'è sempre un uomo dietro le fortune di un altro uomo, il primo non lo si vede mai, il secondo lo si vede sempre. Quando il secondo è una ragazza brutta sai che chi manovra nell'ombra è la madre che fa il lavoro sporco senza chiedere nulla, ma se nel caso in esame la persona è esageratamente efficace esteticamente intravedi in quell'ombra la presenza del maschio, fidanzato, marito, amante e allora capisci che non ti resta altro che ricacciare la tua fame su quei dolcetti che ti chiedono di non pensare.

Torniamo al villaggio e, nonostante un dolce in fase di metabolizzazione, la fame rimane tanta, quella che si rivela come desiderio di cibo, ma che in realtà è un intreccio di voglie. E la mia prima di queste voglie è rivedere la cameriera, la solare, splendidamente acconciata, serva della tavola e per analogia, serva del sesso. CI diamo appuntamento, con Gianna e Giorgio, all'ora che diverrà solita, le dodici e trenta, e come un film non faremmo mai tardi, sempre nei posti migliori, nessuna scena tagliata, tutto subito. Aggiro il mio sguardo tra i tavoli, ma della cameriera nessuna traccia. Ho un brutto presentimento. Mi concentro sul cibo, sulla conversazione, guardo altre cameriere per distrarre i miei pensieri, ma il tempo stringe e il film sta per finire senza che io abbia ancora visto la protagonista principale. Mi offro volontario per andare a riempire la caraffa di vino, per andare a prendere la frutta e poi il dolce. A questo punto mi faccio venire l'illuminazione: vuoi vedere che oggi è il suo turno di riposo? Deve essere senz'altro così. Cosa potrebbe essere altrimenti? Sì, oggi lei è a casa che si sta riposando e sta pensando a me e si sta struggendo dall'idea che dovrà passare ancora un lungo giorno prima di vedermi. Senz'altro così. Mi metto il cuore in pace, riprendo a guardare i miei amici, togliendo lo sguardo da quello strano soffitto scoperto di tende da cui da oltre due minuti mi stavo assurdamente concentrando. Come è bella la vita che sa uscire dalle situazioni più difficili solo con la forza del pensiero. Potente, basta cambiare prospettiva e tutto diventa di un altro colore, si passa dal nero più cupo al rosa e con un pò di sforzo all'azzurro più bello, quello del desktop di Colline di Windows xp, tanto per intenderci.