30 novembre 2006

[Dagli IUESSEI] Dopo poco piu' di una settimana dall'evento

Eccoci in quel della Nuova Yorka, dopo poco piu' di una settimana dall'evento, tutti belli contenti, maritati ma soprattutto ripresi dal jet leg.
Beh, sicuramente e' andato tutto alla perfezione. Conoscendo quel gran can di un Murphy mi aspettavo gia' un Giove pluvio a manetta, Eolo che sbuffava e qualcos'altro che sicuramente il Murphy poteva escogitare tipo microfono che non funziona o corrente a singhiozzo e auto degli sposi che non parte. Invece e' andato tutto alla grande e sono rimasto piacevolmente sorpreso di tutto cio' anche se temevo sempre la "sua" ombra dietro l'angolo. A un certo punto pero' ho capito che non mi avrebbe piu' dato fastidio, almeno per quel giorno per cui ho potuto concentrarmi sulla giornata che ormai andava verso una serata. E ho potuto gustarne l'intensita': cioe', mi correggo, non capivo piu' niente!
Devo ringraziare tutti quanti perche' siete stati magnifici dal Fasciottus al Caius ai Photographis per finire con i commensalibus (scusate il mio ital-latino maccheronico) e a tutti quelli che non sono potuti venire ma che si son fatti sentire: onestamente devo proprio dire che quando ho scelto gli amici sono stato proprio fortunato.
Quindi la serata e' proseguita con un gruppo ristretto di "resistenti" che non potevano certo scordarsi di fare gli scherzetti: cosi' io perche' sbaglio il polpaccio della moglie e lei che confonde il mio fondoschiena con quello di big Julianus si sono fatte le 23:00!! Ed era pure ora di partire per quel di Follina per la prima notte di nozze.
Il giorno dopo, i photographis sono ritornati alla carica e cosi' abbiamo fatto altre foto presso l'abbazia di Follina appena appena avvolta tra un misto sole e lieve nebbiolina "ti vedo non ti vedo" molto suggestiva.
Dopo aver salutato i familiari e volato per una decina di ore, ho preparato psicologicamente la Cri allo sbarco ma soprattutto ad affrontare gli "mmericans" della dogana: i soliti pistola alla mo' del giudice famoso di mia recente conoscenza. Quel becco!!
Alla fine siamo passati indenni anche a tutto cio' e siamo pronti per affrontare l'avventura americana.
Le porte di casa Fran e Cri in quel di Port Washington nell'isolotto del Long Island sono sempre aperte all'ospitalita'. Mi raccomando, vi aspettiamo.

Mandi
Fran&Cri

PS
Ho installato Skype sotto il nome: fran.e.cri E ho pure il mio personale che e': fran.scara Mi sono gia' armato di cuffiette e microfono. A breve mi procurero' anche la webcam.
Devo dire che e' una figata di progamma e chiamando da PC a PC non si spende una "lira" ovvero euro ma gia' che ci siamo anche dollaro.

Tu ai miei occhi…


Tu ai miei occhi…
in quello che il mondo è per me io ci metto del mio, io sono il chirurgo plastico della luce che mi investe
del nero ne faccio una pupilla, di un punto il centro, di un raggio un fascio, di una stella una galassia…
Ma tu ai miei occhi sei tutto, quando ti guardo cosa potrei aggiungere?

27 novembre 2006

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Omaggio a Rita

20 anni

Ho avuto 20 anni ieri,
domani ne avrò venti di più,
per me che la vita scorre così in fretta
tutto si riduce ad un attimo.
Le cose che si riescono a fare in un attimo
Non sembra vengono bene
Ti tocco le labbra
ma già altre mi aspettano
Ti stringo forte la mano e
Un istante dopo è la tua bara che si stringe a me
Ti guardo con gli occhi di uno sconosciuto
E poi diventi l’amico di sempre.
La vita scorre con il silenzio della sabbia nella clessidra.
Da vent’anni gioco allo stesso gioco
Leggo e rileggo le regole
Ma la vita di regole non ne ha
Perché a 20 anni non c’è nessuna regola
A quest’età tutto è possibile.


Non vale la pena

Io la pena non la voglio vivere
Per quel mondo che di me non si da pena
Che di me si serve come di un numero
Per fare tornare i propri conti.

Io la pena la voglio dare agli altri
A chi ruba, ammazza, stupra
A chi non crede che in ognuno degli altri
Ci sia un pezzo di noi stessi.

Io la pena la sento ogni volta che viene la sera
Quando il peso del giorno di fa sentire
Quando arriva la notte dove il buio toglie i confini
Anche alle più marcate certezze.

Io la pena te la sento addosso
Quando ti vedo che te ne vai monco
Senza quella dignità che mi parrebbe d’ogni animale
Ma che spesso rifugge dal suo animale principe.

Io la pena te la ritorno o morte
Perché non vale la pena di morire
Per tutto quel poco che mi togli
Di fronte a quel tanto che la vita mi da.


Notte di Natale

Le parole non nascono
Ma da generazione a generazione
Vengono tramandate
Se ne distorce il senso
Quel tanto che basta per dire
Sono mie e di nessun altro.

Le parole non muoiono
Perché la morte è amata dalle parole
La cantano come la madre
Di tutte le paure
E la sorreggono su un trono altissimo
Su cui nessuno può salire.

Le parole non si sa dove vanno
Come una manciata di grani
Gettati al vento
Prendono ogni direzione possibile
Spesso invisibili
Come il vento che le trasporta.

Ma la Parola, quella Parola
È nata da Cristo
È risorta con Cristo
È stata data a noi per i nostri discorsi da adulti
affinché imparassimo di nuovo a parlare
come alla notte di Natale.


Perché non subito

Sorridere non si può
In questa società che sorrisi
Li fabbrica, tu non puoi sorridere
Di tuo.
Devi sorridere secondo le convenzioni
Direi che c’è un sorriso
Per ogni circostanza
Amaro quando le cose vanno bene per gli altri
Di speranza quando le cose vanno male per gli altri
Di gioia quando vorresti dire quello che pensi
Ma non puoi.
Da chi imparare a sorridere?
I migliori sorrisi li ho visti sulle bocche
Di chi non vede i sorrisi degli altri
E nemmeno i propri allo specchio
Dei non vedenti ho imparato che a sorridere
Non si impara, non è un pensiero
A cui trovare la forma più adatta alla circostanza
Non è un attesa di eventi propizi
Sorridere non ha perché ad eccezione di uno:
Perché aspettare
Quando si può
Sorridere subito?


Pioggia di primavera

Non sento che la pioggia interminabile
Delle mie lacrime
Scendere dentro la mia anima
Perché tu non sei più qui
Eppure…
Eppure la mia vita sembra non essere diversa da ieri
Gli stessi sorrisi, le stesse battute
Gli stessi pensieri che mi rivestono
Come una colata di cemento armato.
Gli eventi atmosferici sono tutti
Racchiusi dentro di me
Completamente sigillato
Vivo con la certezza che apparentemente
nulla è cambiato.
Ma quando mi guardo intorno
E vedo il verde in fiore della primavera
Allora tutto dimentico
E mi lascio bagnare dolcemente.


Stanchezza

Stanco mi sorreggo con una mano
Appoggiata al tavolino del treno
Tutto mi trema
Al pensiero che guardo il passato
Andare sempre più lontano.
Un’improvvisa curva
Mi priva di ogni ricordo
E stanco chiudo gli occhi.
Si ferma il treno e la gente
Sale e scende,
Come nella vita che non ho più
Qualcuno si ferma più a lungo degli altri
Perché nei pensieri c’è uno spazio limitato.
Mi alzo un poco
E al mio ritorno qualcuno s’è fermato
Al posto mio.
Mi siedo di fronte e con la stanchezza alle spalle
corro incontro alla vita.


[liberamente tratto dall'ultimo libro di poesie di Rita...]

24 novembre 2006

Che emozione!!!

flash!

Che emozione!!!
oggi per caso ho trovato su internet una cosa tradotta da me... ecco il link....
http://search.parlament.ch/i/homepage/cv-geschaefte.htm?gesch_id=20063566
e come ha detto il mio collega "ora diventerò famosa"...
non ho tempo ma un giorno vi racconto anche di lui, un 55enne un po' tontolone che non capisce mai le battute e ogni tanto spara qualcosa da farti stramazzare al suolo dalle risate, tanto che siccome esiste lo "svizzionario", un libricino dove vengono raccolte tutte le differenze tra l'italiano e l'italiano svizzero-ticinese a cui noi contribuiamo, adesso io e le mie colleghe abbiamo deciso di redarre il "maurizionario"....
un bacio a tutti... questo fine sarò strapresa, c'è elisa!!! :))

23 novembre 2006

Rodi

Apro gli occhi e mi ritrovo addosso la gente in attesa di partire, una grande finestra sulle bianche carlinghe degli aerei di passaggio mi fa ricordare l’impalpabile sabbia raccolta come souvenir in un locale lunga la romea, agli inizi di quest’estate. Una vecchia sembra guardare oltre me, rendendo invisibile il mio senso di esistere. Ma è un attimo, alla chiamata del check in mi sento di nuovo carne, brivido, emozione, di sicuro gli unici bagagli che non mi sono lasciato a casa.

Cazza la randa! L'avventura ad Afandou si tinge d'azzurro, colore del mare pulito e del cielo riflesso. Cazza la randa! Maestro non so niente di vela e tu mi dai la randa, non so dove andare e tu mi dai il timone, non so come ringraziarti e tu mi inviti a tornare. Cazza la randa! Che sento? Laggiù là in mezzo alla spiaggia un uomo fa manovra su una barca incagliata, non c'è onda non c'è acqua non c'è nessuno. Lui ha gli occhi che puntano lontano, guarda me, ci vede una nave andare lontano e io, di rimando nei suoi, la bianca scia di un faro.

Usciamo di mattino presto, io gli uccelli e le capre.
Che afa - dice il corvo alla capra - sono sempre così nero..
Ti lamenti tu - risponde la capra - che dovrei fare io con tutta questa pelliccia che madre natura m’ha appioppato per ogni stagione?
Li convinco a scambiarsi la pelle e il giorno dopo mi metto a cercarli. Il corvo vola tenendo lontano i raggi da sole con il suo pelo bianco, mentre la capra senza pelo saltella leggera. Ma il caldo incombe e il corvo ha sete, s’avvicina ad una pozza, l'acqua inzuppa il suo pelo, si appesantisce, si rialza, ma il suo volo basso lo precipita tra le spume del mare ventoso del nord. La capra s’incammina lungo il sentiero, prende una scorciatoia, si infila in un pertugio con dei rovi, ma una spina le taglia il fianco. Il dolore la ferma vicino ad un nido di corvi.

Rodi old town. Varco l'ingresso alla ricerca del cuore della città, ma le luci dei negozi sono puntate sui preziosi, sulle decine di turisti che fanno la fila per la bellezza esposta. Filo via ai gufi dorati, sfuggo agli occhi portafortuna, passo attraverso migliaia di anelli, bracciali e collane. Mi vesto e mi svesto di tutto il merchandising, fino a che, senza peso alcuno mi inerpico leggero su una strada al buio: davanti a me il tesoro di mura, torrioni, minareti, splendori antichi, l'immagine immaginaria di due enormi lancette d’orologio serrate dalle mani di un bimbo è il benvenuto per questo emozionante spettacolo senza pubblico, senza riflettori, senza applausi.

All'estremità della sua corsa il sole mette un sigillo ai ricordi …
Lui è lì fuori, osserva le stelle del cielo come un prato di fiori incalpestabili. E’ un attimo, lei, come stella cadente, s'infila dritto tra le sue labbra socchiuse”.
…e torna il sole su questa magica notte.


[riduzione del diario scritto nell'agosto del 2003]

22 novembre 2006

[Racconti di mare] Perdere le parole

Non bastano le parole per scrivere l’amarezza con cui si perdono le parole. E io le parole, io che le parole le trovo sempre, oggi le ho perse, finite in qualche settore di memoria criptato del mio portatile, ormai muto per sempre. Lì avevo inanellato le mie sensazioni come si fanno con le parole quando ci si appresta a scrivere qualche cosa di importante e ogni ricordo, specialmente il primo, è per sua natura qualche cosa di importante. Ora, per un prevedibile errore umano unito ad un imprevedibile errore informatico, non ho più le mie parole e quel viaggio che tanto avevo voluto e che poi si era realizzato, cioè immergermi di nuovo con Elisa, rimane impresso come brutta copia in quella parte del mio cervello in cui tutto il bello ha avuto una forma, una poesia, un disegno, una canzone…

“Ho galleggiato nell’aria dei miei pensieri per due settimane, poi sono venuto da te e ti ho trovata con le pinne in mano e neanche il tempo di prendere le mie che già eravamo dieci metri sotto a guardare le piante come api d’acqua…a rincorrerci come pesci controvento…”.

Buone parole posso accompagnare i ricordi da qualunque parte, li possono portare lontano, farli vivere per sempre, rendere solari anche quelli sull’orlo dell’oblio. Io non ho più le mie parole, cancellate in modo non recuperabile da alcun hacker della terra, eppure da qualche parte si sono copiate nella mia memoria e stanno lì ora, anche se non so dire precisamente dove. Ne sento il profumo, il colore, la sensazione tattile. Ho perso quella che ritenevo la parte migliore del ricordo, quel segno nero su sfondo bianco che tanto mi contrasta, eppure quel bianco che ne è rimasto è come faro che illumina con più chiarezza la strada che ho ancora da fare.

Ora so

Libero i sensi alla scoperta di un territorio inesplorato
Quale quello che abitualmente sta dentro di me.
Tutto pare nuovo e affascinante
Se ci passeggia una donna.
Ci lascia inconfondibili segni di bellezza.
Ero appisolato
Quando ho sentito un rumore come di foglia calpestata
Ma era stato solo un movimento incauto
Della mia mano.
Mi sono svegliato e ho notato che tutto intorno a me
Pareva diverso, anche se nulla era cambiato per davvero.
Ero cambiato io, avevo sognato.
Avevo sognato di volare e dalle decine di metri sopra di me
Una donna si stava indaffarando
A fare qualche cosa di inconsueto, come passeggiare nel mio giardino
A piantar fiori, a tracciar sentieri, a estirpar gramigna.
Da sveglio, come sono ora, deduco che nulla è cambiato attorno a me
Erbacce, strade fangose, roveti
Eppure oggi finalmente so
Cosa m’aspetta fare.

13 novembre 2006

L'estate dell'autunno


Bruciano i colori delle foglie
come pelle sotto l'estate,
accarezzo il sommacco
un poco salmastro
dell'ultimo tuffo.
E' una magia che dal mare
sale verso il carso
e poi sempre più in alto
in quella memoria
in cui anche le emozioni
sono colori.

10 novembre 2006

Ti vedo come dentro ad un treno

Ti vedo
come dentro ad un treno
mentre percorre gallerie su gallerie
ora si ora no
ad ogni comparsa
sei diversa
tutta insieme
io ti devo mettere
per avere un’idea di te.
E ora che non ti vedo
mi faccio più bello
passo veloce una mano tra i capelli
e mi ricompongo
un attimo prima che torni il chiaro
e a riguardarti mi ci fisso
fino a che non scompari di nuovo.
mi muovo un poco
con la speranza di toccarti,
leggermente toccarti.
E poi alla tua apparizione
osservo se hai cambiato sorriso
in una smorfia triste.
non mi pare
stai guardando fuori
tu che pensi a tutto tranne che a me
non importa
aspetto che torni il buio
e m’immagino che lì
in quell’aria nera
tu stia guardando verso me
come all’uomo della tua vita
che non hai ancora trovato
che hai appresso
ma che ancora non vedi.

Vivo la vita del tramonto

Vivo la vita del tramonto.
Tutto è così effimero
corro in fretta per non perdere
il tempo che sta intorno a me
guardo con gli occhi grandi
e mi lascio catturare dalle cose
più piccole.
Riconosco a mala pena
la mia anima e in questo divenire incerto
non percepisco differenze,
siamo ricoperti dalla stessa luce
che lascia lunghe ombre sulle cose.
Siamo fantasmi
in bilico tra ciò che era
e ciò che sarà,
ci accomuna
quella luce verde
che prelude la notte
ma che per noi è come la speranza
di un buon mattino.


Coscienza

Fammi volare che sto diventando grande
e non sarò più in grado di sollevarmi.
Sono piccole brutture
eppure su questa vita non riesco più
ad alzare lo sguardo.




Sono con te portami lontano
vorrei vedere le grandi cose
nella loro giusta dimensione
senza la paura di dovermi sempre

confrontare.




Torna...
riportami con i piedi per terra
fai delle tue ali la mia coscienza
pronta ad andare in volo
e a tornare su suoi passi.

Geometrie

I quadrati hanno fatto presa
rigidi stanno ad un passo
dalle linee curve
flessuose presenze del divenire.
L’uomo non se ne cura
tutto è mezzo per quel fine
che sta in quel miscuglio
di figure geometriche
che è la sua testa.


Donna

Saltelli qui e lì
come leprotto
al chiaro del mattino
mentre ancora regna il silenzio
non senti i passi del cacciatore
perché ancora il cacciatore dorme
nel caldo del primo sole
hai l’ardire di andare lontano
ti lasci i pensieri a casa
e te ne stai sola sola
in mezzo al nulla
sei vulnerabile
sei sola
sei affamata
sei come vorresti essere
ma il silenzio s’attenua
cerchi presto la via del ritorno
ti fermi ancora un poco
a vedere fin dove sei arrivata
e ti compiaci di te stessa
della tua velocità
della tua audacia
della tua leggerezza.
Ritorni e re-indossi
la vecchia pelliccia
ti metti la maschera
delle piccole occasioni
di tutti i giorni
ridiventi forte
ti fai compagnie
e lasci l’appetito
a tempi migliori.

07 novembre 2006

Carissimi...

Carissimi...
oggi sono distrutta e tra un po' mi tocca anche andare in palestra... che raccontarvi? Anche questo fine settimana è venuto a trovarmi qualcuno, inaspettatamente... molto!!!
Insomma, molti già lo sanno, alcuni lo sapevano prima di me (è sempre così, il cornuto è l'unico che non sa di esserlo!), altri lo sapranno ora: aspettavo Anna e mi son ritrovata Andrea!
Sorpresa??? Shock!!!
Ma insomma, il week end è stato sicuramente fruttuoso, sotto molti aspetti, tra cui: sono riuscita a comprare la scheda per il cellulare e la giacca che contavo di comprare da quando sono arrivata!!! Che racconti vi aspettavate?
Beh, oggi mi sforzerò di spezzare una lancia a favore di questo Paese, già che l'altra volta sono stata un po' cattiva... insomma questo per dire che non è poi tutto così negativo.. a parte la lentezza delle cassiere del supermercato, la gente che per strada non si sposta di un millimetro se sei sulla loro stessa rotta (insomma, qua so' tutti un po' fra' Cristoforo!!!) e le cameriere che ti parlano il tedesco bernese anche se tu gli parli lo swahili... INSOMMA:
1) I bus sono puntualissimi... il che si traduce in mancanza di traffico. La loro puntualità è impressionante, più volte, da brava italiana ho corso fino alla fermata sperando in trenta, dico appena trenta secondi di ritardo... INUTILE, ASSOLUTAMENTE INUTILE! Povera illusa...
...e quando sei alla fermata, che aspetti e si illumina il pulsante che indica che l'autobus è in arrivo e tu ancora non lo vedi pensi "Ah... stavolta è in..." ANCORA INUTILE, ASSOLUTAMENTE INUTILE non fai in tempo a finire di pensare che quello arriva :(
2) Le cacche dei cani in strada??? Rigorosamente levate dai diligentissimi padroni e custodite negli appositi sacchetti fino al prossimo cestino... a parte, ovviamente, quelle ben nascoste tra le foglie, in attesa di essere pestate dall'UNICA DEFICIENTE convinta che in Svizzera non esistano le cacche dei cani per strada... o magari che i cani svizzeri neanche caghino! :)))

Che altro dirvi in favore di questo Paese delle mucche e della cioccolata???
Ah si...
3) La piscina è gratuita o comunque ha un'entrata a costo irrisorio... si è vero, la maggior parte sono all'aperto, ma insomma, se proprio vogliamo lamentarci allora diciamolo e basta eh.... Poi parlo proprio io che in piscina ci andavo solo a fare il bagno settimanale!!!

Scusate... sono costretta ad abbandonarvi... partirò per un viaggio lungo e freddo in lungo e largo per la Svizzera, alla ricerca di lati positivi, nella speranza che nel frattempo resti ancora qualche lancia da spezzare e quindi il mio girovagare non risulti inutile!!!
Scherzi a parte, avevo previsto di inviarvi questa puntata in 2 rate, mi sto preparando per un altro concorso e il tempo è prezioso.... più che altro la lucidità, se sto ancora un po' davanti al computer mi sa che arrivo a casa e collasso!!!
Allora alla prossima con i PRO dalla SCCCCHHHHVIZZZERRRA!!!!
Baci fra

Continua....

03 novembre 2006

Barcis



Cammino tra le foglie
foglia anch'io al caldo vento
di un'estate che ancora soffia.



La tavolozza perde i colori
e i suoi schizzi dipingono
migliaia e migliaia di alberi in attesa dell'inverno.



La natura sta per mettersi a nudo
con una vergogna che pare fatta per essere guardata,
mi giro e mi rigiro e tutto si spoglia per me.



Passo dopo passo gli occhi si fanno sempre più grandi
e colgo sfumature che prima mi erano sfuggite
come quell'arancione che sa di primo bacio
o come quel giallo dell'adolescenza
o il verde ancora intonso dell'infanzia.



La prostituta ha appena finito
e si lava al lago,
i bimbi vi giocano attorno e le fanno schizzi,
i ragazzi si fermano ad ascoltare
mentre le campane con loro ton ton
fanno scorrere il tempo.



Nell'attesa dello spoglio inverno
la gente ama in fretta
e ogni cosa sembra vivere di passione.


Cammino tra le foglie
foglia anch'io al caldo vento
di un'estate che ancora soffia
dalla bocca di chi ama
quale spero sia quella
che mi ha dato Iddio.

Perché non sei venuta a farmi visita?

Che fai o morte?
Perché non sei venuta a farmi visita?
Te ne stai lontana
mi giungono voci terribili sul tuo conto,
ma io non ti vedo mai.
Ti fai sminuire dalla cronaca
sempre più sdrammatizzante dei giorni nostri.
Arriverà un giorno che butterai giù la mia porta
e prenderai senza guardare in faccia nessuno.
Potrei tenere tutto aperto ma non diminuirei
l'irruenza della tua venuta.

Non resterebbe che darmi a morire così...
improvvisamente......
ma qui fiorirebbe l'ultima tua beffa:
nessuno ti potrebbe impedire d'entrare a casa mia
perché è come se t'avessi
invitato io stesso,
arriveresti con lo stesso sorriso beffardo
con cui ne sei uscita trentasette anni fa.

Che fare?
Il biglietto l'ho pagato,
lo spettacolo è già cominciato.
C'è buio in sala, mi guardo attorno
e sono solo, non ho nessun motivo per pensare
che sia davvero un pessimo film.
Mi faccio trasportare dalla storia:
è la mia vita sullo schermo ed è stupenda.
Vieni o morte quando vuoi,
non aspetto i titoli di coda,
mi basta avermi visto almeno per una volta
protagonista.

A-mare



Guardo il mare e ciò che gli appartiene
ci vorrei giocare ma sono piccolo
e come tale aspetto arrivi la stagione buona.

Guardo quella linea scura
che separa le cose di quaggiù da quelle di sopra
e immagino si parlino
come fa il babbo all'orecchio della mamma.

Ma io sono ancora qui attaccato a questa roccia,
come giocassi a nascondino,
non mi voglio far veder
perché io ancora non so amare
so solo guardare per vedere cosa succede,
un'onda, un pesce,una barca all'orizzonte.



Eccomi qui sono tornato
amore mio e ti sto ancora a guardare.
Nella vita ho fatto di tutto,
e di tutto ho saputo cogliere il meno buono,
di te m'è rimasto quello che gli altri
vi avevano lasciato.

Anche se si sono portati via tanto
tu sei così grande che chiedi solo
di avere pazienza
e allora eccomi qui senza più cose da nascondere
perché tutto quello che sono io te l'ho dato.

Vedo nell'orizzonte
il babbo e la mamma volersi bene,
sono l'unica delimitazione tra quest'acqua
in cui vorrei tuffarmi
e quel cielo fatto di vento
a cui vorrei asciugare..

Halloween 2

Bella la notte dei brutti

delle virtù nascoste

dei facili travestimenti

delle paure che prendono coraggio

e si fanno protagoniste.

E' la notte che ti giudica

con la testa di una zucca vuota,

è la notte in cui la luna si tinge d'arancione

è la notte in cui i sensi stanno a guardare.

Dentro una decorazione di cui mi sento parte

osservo da dietro una maschera

la digitale che illumina ma che non coglie,

un tal ricordo un poco mi conforta

e più la conversazione con gli amici

quasi un riconoscersi a occhi chiusi.

Di me parla oggi il profumo dei dolci e della cioccolata calda

a cui ho affidato le mie carezze

per una volta senza corpo e senza anima.