Il tempo che scorre scivola sulla fotografia come gomma su di un'asfalto bagnato, come schiaffo su di una guancia calda, come sole su di una pelle abbronzata. Tempo effimero, come sabbia dentro una clessidra che nessuno gira più.
Con il loro lavoro, Marcus e Diego giocano, dando l'illusione, in quelle camminate sospese, tra le scie di luce, nell'indeterminatezza del gesto, che il tempo esca da un prima e rientri in un dopo. Ma la fotografia vive l'istante, lo esalta, lo riscalda e nello stesso tempo lo congela.
Fateci caso: cosa accomuna tutte le foto? L'istante.
Su cosa è focalizzato l'istante? L'immutabilità del tempo ha una forma ben precisa, é in ogni foto, ti osserva e tu non la vedi, ti parla e tu non la ascolti, ti tocca e tu non la senti. Guarda le foto! Quella che passa per conquista dell'uomo ieri, per tradizione da tramandare oggi, per bene immobile come una stella domani... ecco, ti sta davanti: con una luce negli occhi e un uscio che ti invita ad entrare.
La casa, die House.
Davanti a questa casa si fermano tutti, la donna col cane, l'uomo col passeggino, la coppia con gli ombrelli, la ragazza al telefono, le auto, l'autobus... perfino la neve qui si accumula..
"Buongiorno Trieste", con la luce finalmente spenta, le strade assenti per un uomo che ha trovato un luogo dove vivere, dove l'obiettivo non può arrivare, dove il sole riprende il suo movimento, dove la fretta, la tecnologia, la comunicazione, la vita riacquistano il loro naturale scorrere; fuori rimane il gelo di un'esistenza senza tempo, senza alcun senso, senza un prima o un dopo.
1 commento:
Molto bello, grazie Wienerschnitzel.
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