18 marzo 2010

Storie di inseguimenti

L'orienteering non è uno sport di squadra, ma lo può diventare cammin facendo.
Mentre te ne stai con i pensieri sparsi sulla cartina ecco che improvvisamente hai la sensazione di non essere solo, qualcuno ti sta entrando in punta di piedi nella testa con la classica domanda: "Scusa, sai dirmi dove sono?" Frase che il cervello traduce immediatamente in un linguaggio più terra terra: "Ma dove cazzo siamo finiti?". La cosa che fa più male non è tanto perdere quei pochi secondi per aiutare l'altro, quanto la parola "Siamo", plurale, segno che quella parte di testa che ancora non si è assopita, ti ricorda che molto probabilmente anche tu come l'altro sei nella merda.
Le persone perse in genere si trovano, si riconoscono da lontano; direi amore a prima svista. E spesso da situazioni come queste nascono avvincenti storie di inseguimenti & depistaggi.

Kukanje.
Dalla lanterna tre alla quattro ci sono ben seicento metri. Troppo complicato farli in linea retta, decido di seguire la strada principale, peccato che la strada principale vada fuo-ri-car-ti-na. Ma che sarà mai, mica ci son le colonne d'Ercole? Non finirò nel nulla!
(Un inciso: chi cercasse esperienze forti, non vada ad impasticcarsi o a guidare l'auto a luci spente... si faccia un bel giro lungo il bianco di una cartina di orienteering, quell'enorme nuvola color albume che circonda amabilmente "il territorio su cui è annotato dove far pipì indisturbati".)
Dopo essermi sforzato di immaginare come potessero continuare le linee sulla parte ai bordi della mappa, mi imbatto in una fanciulla del mio stesso quoziente intellettivo. Esaltata la bucolicità del luogo decidiamo di fare qualche cosa per evitare che ci vengano a cercareeeeeeadun certo punto la saluto e cooorro speditamente verso le altre lanterne, spinto più che dall'aver ritrovato con sicumera la strada dalla frase "Su, non serve che fai il galantuomo", che tradotto in un linguaggio più terra terra mi era apparsa inequivocabilmente come un: "Non cè stà a provà, cammina!".

Lipica, primo giorno.
Alla seconda lanterna mi perdo, ma Dio che assiste sempre dall'alto il povero orientista (dall'alto nel senso che manco si sogna di allungargli una mano, di spianargli una dolina, di raddrizzare un sentiero, di smussare un sasso, di convogliare le acque su un mare di zecche alle nostre calcagna), mi fa trovare in dolce compagnia. Avete presente quando: corri, sei affaticato, sudato e davanti a te si materializza un bellissimo esemplare dell'altro sesso, tutto profumato e per giunta che parla la tua lingua? In ossequio alla barzelletta tratta da The Pursuit of happyness:

"Un uomo sta affogando in mare. Passa una barca e chiede all'uomo: "Ti serve aiuto?" e lui: "No, no, Dio mi salverà". Passa un'altra barca e chiede all'uomo: "Ti serve aiuto?" e lui: "No, no, Dio mi salverà". Poi l'uomo annega e va in Paradiso. L'uomo chiede quindi a Dio: "Ma perché non mi hai salvato?" e Dio: "Ma se ti ho mandato due barche a salvarti, stupido !"

ti incolli dietro la pupa e ti lasci guidare dal suo profumo.... che però dopo un po' si trasforma in un inequivocabile olezzo in quanto ti accorgi che tu e lei siete entrambi nella merda, ovvero persi in un punto dell'asse dei numeri R tra la prima e la seconda lanterna. E di solito questo punto è un multiplo di ∏ mezzi. A proposito di ∏ mezzi....

Lipica, secondo giorno.
Non posso che concludere con un lieto fine. A metà gara, mi ritrovo con un gruppetto di persone, sembra facciano tutte il mio stesso percorso. Ma c'è una donna che probabilmente tra poco mi lascerà (!), un vecchio che tra poco ci lascerà ed un ragazzo come lo posso essere io, ovvero con un'età indefinita in un corpo anomalo, dai venticinque anni portati male ai quarant'anni portati bene. Rimaniamo in due, io ed il ragazzo anomalo, e proseguiamo la corsa fino alla lanterna cento, una volta mi supera lui, poi lo supero io...ci consultiamo...facciamo finta di prendere strade diverse, quanto basta per poi ritrovarsi di nuovo insieme alla lanterna successiva con finto stupore e mal celato sorriso. Alla lanterna undici arriviamo contemporaneamente: vi giuro che nessuno dei due voleva punzonare per primo. Lui ha dovuto insistere, così ho inserito il mio sportident prima del suo. Poi però l'ho lasciato partire, una cavalleria d'altri tempi... E la cosa sembrava finita lì, senonché una volta preso contatto con la realtà del campus all'arrivo, l'anomalo mi ha pure presentato moglie e figlia. In questo è stato più bravo di me, ci è arrivato prima.

Inseguimenti e depistaggi, dipende da tante cose: dal sesso, dal profumo, dalla lingua, dall'età. Insomma, un buon modo per trovare l'anima gemella, perché in amore non si vince mai e ci di "perde" sempre....

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