10 agosto 2006

Racconti dal lavoro

Giovane rampante scrive....
Eccomi, una mattina come questa pari all’immagine di una spiaggia, tanto relax e il rumoreggiare dei tasti dei miei colleghi come le onde sulla battigia… ogni tanto ci si alza e ci si addolcisce il caffè con i pensieri degli altri… Tutto fila come la barca all’orizzonte che non guarda indietro, come il bambino che corre lontano da mamma, come il gabbiano che vola lontano dai suoi… ed io disteso con lo sguardo cerca di mettere a fuoco l’infinito incerto del mio domani… domani non sarò che un millimetro in avanti nel tempo eppure qualche cosa di nuovo la mia mano toccherà, l’infinito sarà più chiaro e l’onda della battigia familiare un pò più…. Chiudo gli occhi un attimo e quel che sarà, amico mio, saremo….

...e Alessandro risponde...
La vità ha mille sfaccettature, come un volto nella nebbia, lontanotutto ci sembra immobile, sfocato,poi tutto ad un tratto chiaro, ci sembra di riconoscere la via, quel volto..no..ho sbagliato strada. Non siamo più sicuri..eppure eravamo certi che la strada fosse giusta, passo dopo passo quella figura ci sembra meno indistinta..sfocata si ma indistinta, si è spostata..di qualche metro, ma è la...La vita non è chiara amico mio..ogni giorno mi è sempre più sfocata, non ne capisco i risvolti..eppure quel volto..quel volto..non mi è nuovo...Per un attimo mi sembrava di riconoscerlo... Domani, si domani è un altro giorno...lo raggiungerò e sarà quel che sarà.

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