02 gennaio 2007

Anno che viene, cucina che lasci...

"Riguardo le cose della cucina, come piccoli parti di un puzzle che di giorno in giorno ho composto e ricomposto, usando, lavando, rompendo, consumando... Nel complesso parla l'insieme, con il suo ordine, la sua bellezza robusta, i suoi colori scuri e le vetrate opache a fare da contraltare, la finestra con vista sulla magnolia, la stessa che ho avuto nel mio paese nativo in cui sono diventato grande a forza di vedere gli alberi crescere".


Il libro di cucina così poche volte aperto, pieno di pagine colorate, di ricette facili e gustose, ma anche con infinite liste di ingredienti da comprare, spesso unico deterrente, più del tempo, che mi ha limitato ai piatti di un tempo, una calda minestra, un risotto con la zucca, le uova, il salame con l'aceto. Infilate tra le pagine note regalate di profumi per il palato che volevo portare con me, dopo serate passate tra gli amici di sempre opppure le stesse ricette rubate alla mamma, quanto serve per avere una cucina più grande, con la parvenza di una tavola non solo per me, ma circondata dagli amici di sempre.


Di lui resteranno poche cose, come uno scheletro da ricoprire, così le sue date tutte da vivere. Scorro il calendario come un libro, con le pagine che si muovono in tutta la loro eleganza, così grandi, delicate, sinuose, giovani eppure ormai al tramonto. Rivedo le scadenze dei pagamenti e in mezzo alle parole il monito del mio pà a non lasciare debiti, i tempi delle mie corse, che come ogni anno mi spronano meglio d'altro a fare di più, i compleanni, specchio in cui guardarsi senza pensare a se stessi, e tante altre cose per arrivare al fatidico 31 dicembre con la frase partire per... scritto senza ancora sapere dove sarei andato...


Simbolo delle cose che tornano, come un ciclo che non ha mai file, è la mia lavastoviglie, dentro cui sta, a dispetto della grandezza della cucina, tutto quello che mi serve per fare. Ci sbircio dentro e ci vedo tutta la mia giornata, tutti i miei amici, tutta la mia ripetitività....


Un'altro simbolo delle cose che tornano è quella finestra sul mondo chiamata tv, ci guardo fuori e ci vedi ogni cosa: la pioggia che ritorna sempre uguale, il freddo e il caldo che si alternano come la notte con il giorno, ma anche gli alberi crescere, i muri invecchiare per poi ringiovanire. Ci guardo dentro anche se sto facendo altro, se non c'è quello che cerco, anche se alla fine ci guardo oltre.



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